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Gibilterra: Londra esclude accordi sulla colonia strategica

 

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Londra esclude accordi sulla colonia strategica
Vignolo Mino
Fa naufragio a Gibilterra l' asse tra Blair e Aznar
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID - Un secchio di acqua ghiacciata è stato gettato da Londra sulle speranze spagnole di risolvere l' antico contenzioso di Gibilterra, vecchio di tre secoli. Non conta che siano «amigos» José Maria Aznar e Tony Blair, non conta che i due governi abbiano cooperato durante la crisi irachena e che si trovino quasi sempre alleati nelle questioni comunitarie. Senza preavviso, il governo britannico ha escluso ogni possibilità di accordo a breve o a medio termine. Il sottosegretario agli affari europei Dennis McShane, responsabile del dossier Gibilterra al Foreign Office, ha ricordato in una intervista a due giornali spagnoli, El Mundo e El País, che per arrivare ad un accordo con Madrid occorre il consenso degli abitanti di Gibilterra e questo consenso non esiste: lo scorso novembre il 98,97% ha votato in un referendum consultivo contro l' ipotesi di sovranità condivisa fra Gran Bretagna e Spagna. I llanitos, come vengono chiamati gli abitanti della Rocca, parlano spagnolo con accento andaluso stretto, assomigliano agli andalusi ma si sentono British. Le possibilità che accettino un tale accordo sono «semplicemente zero» ha detto McShane e per questo motivo i colloqui sulla questione devono essere sospesi a tempo indefinito. E' meglio dedicarsi ad altro. «Madrid e Londra hanno temi più importanti da trattare», ha commentato, sfoggiando ironia, il rappresentante britannico che si è lanciato in una comparazione poco gradita agli spagnoli. «Gibilterra è per la Gran Bretagna quello che Ceuta e Melilla sono per la Spagna. Non è parte del nostro territorio però la gente del posto si sente britannica, allo stesso modo che la gente di Ceuta e Melilla si sente al cento per cento spagnola». Ceuta e Melilla sono città enclave in territorio marocchino che fanno parte integrante della Spagna, a differenza di Gibilterra che gode dello status di colonia. Tale differenza è stata subito rimarcata dai commentatori spagnoli, anche se la spiegazione non riesce a convincere il governo del Marocco che segue con interesse qualsiasi negoziato su Gibilterra, pronto a balzare sul carro della rivendicazione patriottica. McShane pensa che sia molto improbabile che la popolazione della «Rock» cambi idea e appoggi un cambio di status «prima che trascorra un lungo periodo di relazioni molto calme con la Spagna». Cambiare senza un consenso democratico sarebbe «molto pericoloso». «Non viviamo più nel 18esimo o 19esimo secolo quando i diplomatici firmavano i trattati e il popolo era costretto a obbedire», ha detto McShane, che ha giustificato in questo modo il rifiuto del suo governo alla richiesta contenuta in una lettera inviata il 19 maggio scorso da Aznar a Tony Blair. Il capo del governo spagnolo chiedeva di riaprire il dialogo su Gibilterra che si era incagliato su tre questioni: la sovranità condivisa che i britannici vorrebbero per l' eternità ma che per gli spagnoli non significa rinuncia alla piena sovranità, l' uso della base militare e il referendum. Appena la settimana scorsa il ministro degli Esteri Ana Palacio aveva detto che «il governo farà tutto il possibile per arrivare a un accordo entro un anno». Le parole di McShane non lasciano spazio a equivoci. I negoziati appartengono al passato. Un anno fa Londra e Madrid affermavano di essere pronte a firmare un accordo, però a metà luglio avevano deciso una sospensione dei colloqui. A causa del referendum Londra ha cambiato idea. Ora Blair, ancora alle prese con il fantasma iracheno e con l' entrata nell' euro, non se la sente di affrontare altre critiche aprendo un nuovo fianco su una questione controversa come quella di Gibilterra. Mino Vignolo Una contesa vecchia tre secoli IL TRATTATO Gibilterra è sotto la sovranità britannica dal 1713 in virtù del Trattato di Utrecht, che ratificò la sconfitta della Spagna che perse il territorio in una battaglia con la flotta anglo-olandese. Il trattato di Utrecht stabilì che Gibilterra non poteva aspirare alla autodeterminazione e che nel caso in cui la Gran Bretagna avesse perso la sovranità, questa sarebbe passata automaticamente alla Spagna.


Tratto dal quotidiano Il Corriere Della Sera



 

 

 

 

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