GLI
ITALIANI IN GRAN BRETAGNA E NEL MONDO E LA
GLOBALIZZAZIONE DELLA MOBILITè
In occasione del Convegno presentata a Londra una
ricerca della Fondazione Migrantes e della Caritas/Dossier
Statistico Immigrazione su "Gli italiani nel mondo:
I nuovi dati all'inizio del 2002"
Presso lo Scalabrini Center di Londra, sabato 18
maggio, ha avuto luogo un incontro-dibattito dal
titolo "Gli italiani in Gran Bretagna e nel mondo e
la globalizzazione della mobilit?quot;, promosso da Cnel,
Fusie, Migrantes, Cser, Caritas/Dossier Statistico
in collaborazione con L'Ambasciata, il Consolato e
le associazioni italiane.
Durante il convegno sono stati presentati i dati,
aggiornati a marzo 2002, di una ricerca sugli
italiani nel mondo, effettuata dalla Fondazione
Migrantes e dalla Caritas di Roma. La rilevazione ha
cercato di anticipare L'incrocio di dati dell'Aire e
degli schedari consolari con le registrazioni dei
connazionali che la nuova legge, approvata ai primi
di maggio, si propone di realizzare in maniera
organica per arrivare a un elenco unico nazionale
dei cittadini italiani residenti all'estero: un
passo avanti decisivo in vista della concreta
attuazione del voto all'estero.
Pubblichiamo qui di seguito la scheda sui dati 2002
riguardanti gli italiani all'estero, facendola
precedere dalle considerazioni di quei partecipanti
all'incontro ? non tutti - che abbiamo potuto
contattare e che hanno cortesemente aderito alla
nostra richiesta di farci avere un commento o una
sintesi dei loro interventi.
Le considerazioni di Padre Giandomenico Ziliotto,
direttore dello Scalabrini Center di Londra e de "La
Voce degli Italiani", coordinatore del convegno
"Il convegno dello scorso 18 maggio al Centro
Scalabrini aveva come titolo "Gli Italiani di Gran
Bretagna e la globalizzazione della mobilit?quot; ed è stato realizzato in concomitanza con il lancio dei
numeri aggiornati degli italiani nel mondo,
presentati dai responsabili del Dossier Statistico
Immigrazione della Caritas in collaborazione con il
Cnel, Cser, Migrantes. Il convegno è stata quindi
un'occasione per rivisitare in forma aggiornata la
presenza italiana in Gran Bretagna. Ovviamente non
vi era nessuna pretesa di essere esaustivi: sia
perché vi ?stato poco tempo per preparare l'evento,
sia perché nella scelta degli interventi si sono
privilegiate alcune delle categorie che per comodit?
chiamiamo "nuove" nel panorama degli italiani
all'estero.
Premesso questo mi sembra che si possano fare le
seguenti considerazioni:
1. La comunità italiana in GB ?profondamente
cambiata e allargata. Essa Non è i?solo
identificabile con alcune categorie diciamo così
"tradizionali". Questo ?evidente per la prima
generazione, per la seconda e terza generazione e
per le nuove forme di mobilit?che caratterizzano la
presenza a Londra e in GB degli italiani.
2. Sul piano numerico la comunità italiana in GB si
situa intorno alle 230 mila unit? Ovviamente la
maggior concentrazione si trova nella Circoscrizione
consolare di Londra, seguita da quelle di
Manchester, Bedford e Edimburgo.
3. Fra le nuove categorie di presenza segnaliamo
quella per ragioni tecnologiche. In questo senso
abbiamo avuto una testimonianza del cav. Alberto
Bertali, amministratore della Hoover per la GB e
l'Europa, che ormai da 20 anni vive a Liverpool ed ?
presidente del Comites di Manchester nonchè uno dei
membri del CGIE per la GB. Abbiamo poi una categoria
che possiamo definire di "professionisti ad alto
livello" inseriti nellestrutture inglesi
(soprattutto medici e specialisti in biomedicina).
In questo senso il prof. Aloj , addetto scientifico
dell'Ambasciata d'Italia aiLondra, ha parlato di
oltre un centinaio di professionisti italiani attivi
in strutture inglesi. Un nome fra tutti: il dottor
Uccio Querci Della Rovere, in Inghilterra da oltre
20 anni è un'autorità riconosciuta nel campo del
trattamento del cancro al seno al Royal Marsden
Hospital di Sutton. Abbiamo poi molti studenti che
vengono in GB per motivi di studio: sia per lo
studio della lingua, sia per approfondire studi
specialistici. Fra I giovani che sono venuti per
studiare l'inglese sic et simpliciter molti si sono
fermati decidendo di stabilirsi in GB o perché hanno
trovato l'amore o perché hanno tovato opportunità di
lavoro o per altri motivi. Il fatto ?che dal 1990
al 2000 questo numero si ?notevolmente ingrossato.
Purtroppo questi giovani Non è acile identificarli
anche perché hanno giri di amicizie al di fuori
delle associazioni e dei circoli italiani. Non
mancano sempre all'interno di questi giovani coloro
che hanno delle difficolt? Specialmente a Londra vi
sono un numero di giovani affetti dalla
tossicodipendenza: le cifre non sono sicure, ma si
parla di un numero che va dalle 2.500 alle 3.000
unit? Una quantit?non trascurabile che va tenuta
in debito conto.
4. In sintesi possiamo dire che la presenza italiana
in GB è senza dubbio consistente e si tratta di una
presenza che va oltre gli stereotipi secondo cui
siamo stati abituati a vedere gli italiani nel
mondo. Una presenza che si propone e che ha
coscienza di essere portatrice di valori culturali
importanti. C'?tuttavia una crisi
nell'associazionismo e nella partecipazione alla
vita degli organismi per gli italiani all'estero. E
questo dipende da molte ragioni. Probabilmente
modelli vecchi che non rispondono più all'attuale
presenza italiana. Ma anche per la troppa
disinformazione. E infatti per il futuro sar? l'informazione che potrebbe giocare un ruolo
importante e potr?certamente concorrere
positivamente nella sfida alla partecipazione.
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