Italiani in Gran Bretagna
Oltre la manica
Un'emigrazione sempre più professionale ed accademica

 

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Italiani in Gran Bretagna
Oltre la manica
Un'emigrazione sempre più professionale ed accademica

Tra i 25 e i 28 anni, in prevalenza figlio di emigrati, di cultura medio alta (laurea o diploma di scuola superiore), si adatta a lavori anche molto umili. Questo l'identikit del nuovo emigrante in Inghilterra.

Si calcola che attualmente vi siano 152.512 italiani iscritti all'anagrafe consolare in Inghilterra. Ben 96.000 di questi solo nella circoscrizione consolare di Londra (che comprende il Galles e tutta l'Inghilterra meridionale, fino a Birmingham). Nella sola capitale si assiste ad un flusso annuale di visitatori italiani valutabile fra i 5 e i 6 milioni.

Per quanto riguarda la distribuzione regionale le comunità più numerose sono quelle siciliane, campane, venete ed emiliane (in maggioranza da Parma).

Vi è una sostanziale differenza tra la vecchia e la nuova generazione di emigrati. Mentre la prima emigrazione avviene per lo più sul finire del Secondo dopoguerra e comprende in particolar modo l'emigrazione dalle regioni del Sud-Italia, i nuovi flussi hanno caratteristiche ben diverse.

L'84 per cento dei ragazzi emigrati in Inghilterra ha frequentato la scuola fino all'et?maggiore. Il panorama lavorativo in Inghilterra ?spesso costituito da attività precarie e poco qualificate, strumentali per la realizzazione di altri progetti: imparare la lingua o seguire corsi post-universitari.

Questa nuova emigrazione ?legata al ruolo che ha la capitale Londra nel mondo dell'economia e della tecnologia. Tra le categorie professionali che scelgono l'Inghilterra ci sono infatti operatori economico-finanziari (banche, assicurazioni) e ricercatori nel campo culturale e in quello scientifico. A questi settori si aggiunge quello della ristorazione, che va per la maggiore. A Londra ?tutto un proliferare di ristoranti italiani (Metrogusto a Islington, Osteria Basilico a Portobello, e Cecconi a Green Park, per citarne solo alcuni) che promettono piatti di spaghetti italian style.

Inoltre grazie alla reperibilit?dei prodotti tipici italiani, la tradizione gastronomica del belpaese ?entrata nel men?dei londinesi. E i delicatessen sotto casa non hanno nulla da invidiare ai nostri alimentari.

Anche la moda italiana ?sbarcata nel Regno Unito, e le catene di negozi sorte in Italia abbondano per le strade della capitale: Benetton, Stefanel, Maxmara, Superga e così via. Lo sanno bene i due fratelli Giuseppe e Gaetano Macolo, in arte "Tony and Guy", originari di Napoli, proprietari della più grande catena di parrucchieri, con 350 saloni sparsi per tutto il pianeta. Oggi Giuseppe, da tutti conosciuto come Toni, figura tra i primi cinquecento uomini più ricchi del Regno Unito secondo la classifica del Sunday Times. Lo sa bene anche Andrea Cattaneo, di origini genovesi, trapiantato a Londra dal 1980, che ha trovato fortuna nel settore delle calzetterie.

Le condizioni economiche degli emigrati sono generalmente buone. Le comunità italiane sono ben integrate nel tessuto sociale ed economico del Paese. Questo anche grazie alle strutture di assistenza sociale particolarmente progredite ed aperte anche verso gli stranieri.

L'associazionismo ?molto diffuso. Si calcolano 200 entit? dislocate sul territorio del Paese. Sul piano istituzionale la comunità italiana ?rappresentata da 4 Comites (Comitato degli italiani all'Estero) e da 3 consiglieri del CGIE (Consiglio generale degli italiani all'estero). più ecentemente a Londra e a Manchester sono sorte forme associative specificatamente rivolte al mondo imprenditoriale.

Anche dal punto di vista culturale, Londra ?ricca di istituti impegnati nella promozione di varie attività L'Istituto di Cultura italiana è la struttura ufficiale che si occupa di progetti di scambio culturale tra la Gran Bretagna e l'Italia.

L'Istituto si occupa inoltre delle attività svolte da varie societàe associazioni. Ad esempio quella italo-inglese (British-Italian Society) e quella di studi italiani (Society for Italian Studies). L'associazione per lo studio dell'Italia moderna (Association for the Study of Modern Italy), quella di Legge italo-inglese (British-Italian Law Association) e l'Accademia europea di arte (European Academy for the Arts) fanno sempre riferimento allo stesso istituto.

Marianna Balfour/Grandinotizie.it/23 marzo 2001 ore 14:00


 

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