Tutti
pazzi per Simon Le Bon e i Duran Duran
E’ tornato
il re degli anni ’80
Duran Duran, concerti esauriti da Londra a Los
Angeles In Italia primi nei dvd, presto un tour con
Robbie Williams
LONDRA - «Chi ti piace di più? Simon Le Bon, John
Taylor o Nick Rhodes?». Negli anni 80 questa era una
domanda base nei corridoi delle scuole, la frase con
cui rompere il ghiaccio al culmine della Duran-mania.
Oggi le ragazzine impazziscono più per i membri dei
Blue o dei Westlife, ma - a due decenni di distanza
- il sipario non è ancora calato sul gruppo che più
di ogni altro ha rappresentato l'era dei New
Romantics: Le Bon e compagni sono nuovamente in
scena e il pubblico, certo un po' cresciuto, accorre
a suon di biglietti acquistati all'asta su Internet
a prezzi esorbitanti. Quattro minuti e mezzo a
Londra, otto minuti a Tokio, dodici a Los Angeles:
dall'Asia agli Usa i botteghini hanno registrato il
tutto esaurito in tempi record, un fenomeno che ha
piacevolmente sorpreso soprattutto i diretti
interessati. «Non ce l'aspettavamo», ha spiegato Le
Bon, il cantante che con i capelli biondi e gli
occhi azzurri, una volta immancabilmente truccati,
ha fatto perdere la ragione a milioni di fan, tanto
da dare origine, nel 1986, anche a un film tratto
dall'omonimo libro di Clizia Gurrado, «Sposerò Simon
Le Bon». «Mancavamo dal giro da circa 18 anni, è
veramente un grande regalo quello che il pubblico ci
ha fatto». Il loro evidentemente è un seguito che ha
la memoria lunga, e non solo in Inghilterra: questa
settimana il dvd dei video più belli del gruppo è al
primo posto nella classifica italiana.
A cosa è dovuto tanto successo? I concerti delle
ultime settimane, ai quali si uniranno presto tappe
in Australia e in Nuova Zelanda al seguito di Robbie
Williams (che li ha personalmente invitati a fare da
spalla) non sono solo frutto dell'«effetto
nostalgia», secondo Le Bon. «E' vero che tanta gente
probabilmente è venuta a sentirci per rivivere gli
anni della propria gioventù, ma è anche vero che la
nostra
musica non ha mai perso il suo appeal. Per
qualche anno siamo passati di moda, ma oggi, sullo
sfondo di gruppi che nascono e muoiono nel giro di
poche settimane grazie a concorsi televisivi, c'è
una riscoperta dei grandi del passato. Facciamo
parte, possiamo dire, di una nuova tendenza che
guarda indietro». Mentre Le Bon e Rhodes non hanno
mai smesso di lavorare assieme, è la prima volta dai
giorni di Live Aid, il grande concerto contro la
fame in Africa del 1985, che il quintetto dei Duran
Duran si riunisce al completo. L'idea è di
riprendere in pieno un viaggio interrotto
principalmente «perché la fama non è facile da
gestire». A dicembre la band tornerà in sala
d'incisione per apporre gli ultimi ritocchi a un
nuovo album, la cui uscita è prevista per l'estate.
Sarà la prova del fuoco: «Se andrà bene vorrà dire
che ai fan non piacciamo solo per ciò che siamo
stati», ha precisato Le Bon.
Certo i tempi sono cambiati. L'era dei Duran Duran è
stata l'era dei Paninari, delle giacche a vento
supercolorate, delle acconciature vistose, degli
abiti dalle spallone in stile Dynasty. Con i cinque
musicisti il passar degli anni è stato clemente ma
le differenze ci sono e si vedono: la pancetta, le
rughe, l'abbigliamento più sobrio.
Paola De Carolis
Tratto dal quotidiano Corriere della Sera
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