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Traffico e
centri storici
I PEDAGGI DI LONDRA 04/03/04
FABRIZIO MATTESINI
È ormai passato quasi un anno da quando il sindaco
di Londra, Ken Livingston, esponente della sinistra
laburista, ha dato il via ad uno dei progetti più
ambiziosi e controversi mai sperimentati per
affrontare il problema del traffico: la «congestion
charge» e cioè la tassa sulla congestione urbana.
Dal 17 febbraio dello scorso anno, gli automobilisti
che entrano nella zona centrale di Londra tra le
6,30 e le 18,30 esclusi i fine settimana, devono
pagare 5 sterline (circa 7,5 euro). Il provvedimento
è in realtà un’applicazione rigorosa della più
classica teoria economica. Il traffico, in fondo,
non è altro che il risultato dell’uso eccessivo di
un bene pubblico come la rete stradale e quando il
traffico è pesante, ogni veicolo in più che si muove
provoca un costo agli altri guidatori perché tende a
rallentare il loro viaggio. Dato che però l’utilizzo
della rete stradale è gratuito, noi non percepiamo
questo costo e tendiamo comunque ad utilizzare
l’auto, provocando congestione.
Malgrado le controversie e le forti resistenze
iniziali il provvedimento è stato un grande
successo. Gli ingorghi si sono ridotti di circa il
30%; i tempi medi di percorrenza sono diminuiti del
14%, diventando molto più prevedibili, e il tempo
passato dagli automobilisti a guidare al di sotto
dei 10 km all’ora si è ridotto del 30%. E la gente è
generalmente soddisfatta. Più del 50% dei residenti
di Londra si dichiara in favore dello schema, contro
un 30% di contrari, e circa il 70% ritiene la tassa
molto efficace e che abbia aumentato la qualità
della vita degli automobilisti.
Rispetto alla Ztl romana, l’esperimento londinese
appare molto più radicale. La zona chiusa al
traffico nei giorni feriali a Roma è infatti di poco
superiore ai 5 km quadrati, rispetto ai 21 km
dell’area londinese. Inoltre, mentre a Londra
entrano tutti coloro che sono disposti a pagare, a
Roma possono entrare soltanto i residenti (gratis) e
i domiciliati, che pagano una tassa annuale di 320
euro. In realtà molto diversa è la filosofia dei due
esperimenti: mentre quello romano mira soprattutto a
proteggere un centro storico fragile e delicato
dall’assalto delle auto, quello londinese ha lo
scopo di affrontare il problema più generale della
congestione urbana.
La realtà di Roma, ovviamente, è molto diversa da
quella di Londra che ha una metropolitana estesa e
capillare. L’introduzione di una tassa d’ingresso
alle zone più congestionate della nostra città
sarebbe sicuramente un forte shock per i nostri
concittadini, abituati ancora a fare grande
affidamento sul mezzo privato. L’esperimento di
Londra però offre un interessante spunto di
riflessione. Il sorprendente consenso degli abitanti
di Londra non deriva tanto dal senso civico degli
inglesi, quanto da un semplice calcolo economico.
Coloro che sono disposti a pagare, trovano che, in
fondo, a fronte del costo ottengono un vero
beneficio: quello di un viaggio con meno ingorghi e
rallentamenti. A volte l’audacia di sfidare
interessi costituiti e opposizioni preconcette può
pagare se poi si ottengono risultati concreti.
Gentilmente tratto dal quotidiano Il Corriere della
Sera
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