Scoperta a Londra una molecola forse responsabile della malattia
Una ?mensa-ambulatorio? per curare l'anoressia
LONDRA - Sarebbe una molecola, chiamata Cart dagli studiosi londinesi che L'hanno individuata, la responsabile del crollo di appetito che costringe all'?invisibilitè un allarmante numero di donne (e uomini). La notizia è stata pubblicata ieri sul sito Internet della rivista New Scientist . I ricercatori dell' Imperial College di Londra, professionisti dell'Unit?di disordini alimentari dell'ospedale Maudsley, hanno ammesso che nei campioni di sangue delle donne anoressiche il livello della Cart ?del 50 per cento più alto rispetto a quello delle donne ?sane?. A questo punto, se i prossimi studi accertassero L'esatta
corrispondenza tra molecola e anoressia, potrebbe diventare più facile L'individuazione di una nuova terapia farmacologica. Per il momento le vie più efficaci sono la psicoterapia, la terapia di gruppo, il coinvolgimento di parenti e amici, la ricerca delle cause profonde. E una lenta riabilitazione alimentare per riportare le pazienti a un corretto rapporto con il cibo. La psicoterapia abbinata al pasto in ambulatorio è un felice esperimento, giàrodato in Italia, per guarire dalla malattia. Cibo surgelato, controllato, pesato al milligrammo, ?perché le pazienti debbono essere rassicurate: non si fidano neppure della cucina della mamma, temendo che possa aggiungere un grammo di condimento di troppo?, dice Ezio Di Flaviano, primario del Centro di riabilitazione nutrizionale di ?Villa Pini d'Abruzzo?, a Chieti.
Psicoterapia e rieducazione alimentare, dunque, con il cibo come medicina, da prendere sotto controllo medico: accanto ai tavoli c'?empre una dietologa. Cibo da inghiottire un po? meccanicamente, ?come dei robot?, almeno finchè la mente non guarisce e il corpo torna a percepire gli stimoli della fame. Sono una trentina gli ambulatori che hanno cominciato ad adottare questa nuova terapia: unica regione per ora esclusa è la Sicilia.
Il pranzo dal medico è una scorciatoia, un tentativo di tamponare L'emergenza delle lunghe liste d'attesa per un ricovero: dai 3 ai 4 mesi. ?Ecco perché stiamo sviluppando cure ambulatoriali intensive che possono dare ottimi risultati in molte forme di anoressia e bulimia nervose, quelle meno gravi?, spiega Di Flaviano. La terapia ?impegnativa, richiede cinque mesi.
Inizialmente si mangia in ambulatorio tutti i giorni, poi un giorno s?e uno no.
Il metodo ?stato messo a punto a ?Villa Pini d'Abruzzo?, poi ?esportato? in altri reparti e ambulatori. Un esempio di sanit?che funziona: i medici di Oxford lo stanno studiando, perché vogliono introdurlo in Gran Bretagna, dove fino ad oggi ?stato utilizzato soltanto in day hospital . Si basa su un modello cognitivo comportamentale: chi viene ricoverato sa cosa dovr?fare, dal primo all'ultimo giorno. Anche in clinica i tempi sono lunghi: 3 mesi di ricovero per la prima fase, più altri due in day hospital . Sette pazienti su dieci sono donne. Peso medio di ingresso: 32 chili. Peso di uscita, a fine cura: 54,5. Percentuale di pazienti ricoverate che conclude il programma: 78 per cento.
?Gli interventi di sostegno
psicologico non sono sufficienti, bisogna riportare le ragazze ad un peso normale per guarire dall'anoressia - conclude Di Flaviano -. La richiesta ogni anno ?maggiore: sono sempre più frequenti i casi precoci, dai 9 agli 11 anni, mentre il periodo di insorgenza della malattia, che una volta si fermava a 28-29 anni, adesso arriva fino ai 40?. Infine, una critica: la retta giornaliera che viene data dallo Stato ai reparti che curano anoressia e bulimia ?basso; un'ortopedia, giusto per fare un esempio, fa guadagnare ai manager della sanit?cento volte di più
Daniela Monti
Tratto dal quotidiano il Corriere Della Sera