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Charles Dickens Museum
Il
museo di Charles Dickens,
nel bel quartiere di Bloomsbury
(al 48 Doughty Street), a Londra,
è l'unica casa superstite di
Charles Dickens
a Londra.
Lo scrittore vi soggiornò tra il 1837 e il 1839 mentre scriveva le sue più
celebri opere: il Circolo Pickwick,
Oliver Twist,
Nicholas Nickleby
e Barnaby Rudge.
Il museo venne aperto nel
1925 e ancora oggi accoglie persone provenienti da tutto il mondo, curiosi di
visitare un'autentica atmosfera vittoriana. Nell'edificio di quattro
piani, i visitatori possono ammirare dipinti, edizioni rare, manoscritti, arredi
originali e diversi articoli relativi alla vita di uno dei personaggi più
popolari e amati dell'Inghilterra.
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Con lui, in questa casa tipica
georgiana a schiera, abitarono anche la moglie Catherine, il suo primogenito
Charley, suo fratello Fred e sua cognata
Maria Hogarth.
Durante la permanenza nacquero altre due figlie Maria e Katey, mentre la cognata
morì a soli diciassette anni.
Dickens
è
stato uno dei piùimportanti 'narratori' della
storia sociale inglese.
Le
sue opere riflettono una grande capacità se non una dote
geniale, di raccontare una storia, ma hanno anche mostrato
la sua coscienza sociale; insieme, le sue capacità
narrative
e le radici sono rappresentate all'interno di questo piccolo
museo, altamente informativo. |
Ora,
immaginate di immergervi per un attimo nella
Londra del XIX secolo:
troverete quartieri della classe borghese e della
nobiltà
in
prossimità
di aree d'incredibile sporcizia; ricchezza e
squallore affiancate nelle strade affollate della città
spazzini indaffarati nel tentativo di tenere le strade
pulite dal letame lasciato dai cavalli delle carrozze;
fuliggine accumulata per via di migliaia di comignoli in
eruttazione. Siamo nella
seconda metà del XIX secolo e le
strade di Londra
sono già super congestionate: secondo le statistiche del
tempo, i
3000 autobus trainati da cavalli riuscivano
a trasportare oltre 500 milioni di passeggeri all'anno; si
è
inoltre dimostrato che uno dei maggiori ponti, il
London Bridge, nel 1850, vedeva attraversare un
migliaio di veicoli all'ora durante la giornata. Qualche
decennio prima veniva creata la Metropolitan Police,
la prima polizia di Londra, dal ministro Sir
Robert Peel (da cui il nome Peelers ed, infine,
Bobbies), con sede in quella che sarebbe poi
diventata
Scotland Yard. Veniva così abolito il vecchio
sistema di monitoraggio di Londra, in vigore fin dai tempi
della regina
Elisabetta
I.
Alla
grande puzza
abbiamo dedicato un articolo a parte, per descrivere la
situazione ambientale della
Londra vittoriana.
Le fogne della città erano esigue per una popolazione che
alla fine del XIX secolo raggiungeva i quattro milioni di
abitanti, ed i bagni, oltretutto, erano presenti solo nelle
abitazioni dei ricchi. Si racconta che la
puzza di Londra
era così forte che i viandanti si accorgevano dell'arrivo
prossimo alla città dal forte odore. L'aria era proprio
irrespirabile. I rumori provenienti dalla strada erano
inoltre spesso insostenibili: ai cavalli e alle carrozze si
univano gli schiamazzi della vita del popolo, che in strada
ci viveva, degli ambulanti, che ci lavoravano, dei
borseggiatori e delle prostitute (che pure ci lavoravano) e
ovviamente, degli ubriaconi, dei mendicanti e dei vagabondi.
La vita in città scorreva come se all'improvviso tutta
questa gente fosse piovuta dal cielo, senza un perché solo
per sopravvivere. Il
percorso storico
è tuttavia noto, la grande
Rivoluzione Industriale
aveva creato un tale movimento demografico che la città si è
ritrovata impreparata a tanta gente. Si pensi che fino alla
seconda metà del XIX secolo gli abitanti usavano l'acqua
potabile che si univa al Tamigi e alle fogne a cielo aperto
che sfociavano in esso. Non sorprendono i vari
focolai di colera.
Il dottor John
Snow dimostrò
che tutte le vittime di un'epidemia di colera nel quartiere
di
Soho
attingevano l'acqua dalla stessa
pompa di Broad Street.
Nessuno
meglio di Dickens
è
stato capace di raccontare la Londra del
periodo, una città
che andava ben oltre i fasti e le
conquiste coloniali di una nazione imperiale. Dickens era un
vero
sostenitore dei poveri,
lo era forse per i traumi infantili causati dalla prigionia
di suo padre (per debiti, presso la Marshalsea Debtors'Prison) e per il duro lavoro in una fabbrica di lucido
da scarpe che, a 12 anni, si ritrovò costretto a fare per
contribuire al sostenimento della sua famiglia. La casa di
Doughty Street, l'attuale museo, è stretta ed è composta da
stanze molto piccole; le scale che portano ai due piani
superiori e ad un sottotetto sono ripide e strette e lontane
dall'essere grandiose. Tuttavia, nonostante il fatto che si
possa notare un certo modesto benessere raggiunto all'epoca
da Dickens, egli nel dicembre 1839 ebbe modo di spostarsi in
una casa più grande. Rimane chiaro che Dickens aveva già raggiunto uno
status sociale
piuttosto alto nel momento della sua residenza in questa
casa: poteva permettersi non meno di quattro dipendenti - un
cuoco, una cameriera, un infermiere per il suo bambino ed un
"inserviente". La parte della casa che questi servitori
occuparono rimane a nostro avviso uno dei 'pezzi' forte
della visita.
Il museo ha
messo in mostra la
storia della Londra
vittoriana in
più di una occasione. In passato, tematiche come la 'Grande
sfida vittoriana'
o 'La storia dei
bambini inglesi di Dickens'
hanno arricchito la mostra permanente con nuovi approcci e
oggetti presi in prestito da altri musei.
Uno dei temi del 2010 per esempio, "Oliver!
From a page to stage",
ha
celebrato il
50esimo
anniversario del musical di
Lionel Bart dal
giorno della sua prima, nel West End (1960). Oggi, vengono
inoltre organizzati anche degli interessanti
incontri di lettura
(a pagamento, circa 10), una volta alla settimana, nei
pomeriggi di giovedì dalle 14.30 alle 17.00 (è inclusa una
pausa per il tè nella sala apposita).
Direzioni:
Charles Dickens Museum
48 Doughty Street
Bloomsbury
Londra 2LX WC1N
Bus: 7, 17, 19,
38, 45, 46, 55, 243.
Metropolitana: Piccadilly Line
(Russell Square Station), Central Line (Chancery Lane o
Holborn)
Orari:
Tutti i giorni dalle 10.00-17.00
Ultimo ingresso
30 minuti prima della chiusura
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