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Elisabetta
I
La vita di
Elisabetta I
La regina
che cambiè la storia del suo paese e dell'Europa, nacque a
Greenwich il 7 Settembre
1533, figlia di Enrico VIII
e di Anna Bolena e proprio per questa ragione, poche settimane
dopo l'esecuzione della madre accusata di adulterio, il 1 Luglio
1536, venne dichiarata illegittima. Trascorse gran parte della
sua infanzia assieme al fratellastro Edoardo, a
Chelsea,
presso la casa di Caterina Parr sesta moglie di suo padre,
ricevendo una notevole istruzione che comprendeva il latino,
il greco, l'italiano e il francese. La sua salute fu cagionevole
fin dall'infanzia. L'atteggiamento prudente che Elisabetta adott?
durante il regno di sua sorella Maria (detta la Sanguinaria,
Bloody Mary), la salve da facili ritorsioni e quando
sal'al trono nel novembre del 1558 fu acclamata da tutte le
fazioni e dai cittadini.
|
Aveva solo 25 anni, una donna di media
statura, con una folta capigliatura rossa e dalle mani (dicono
i cronisti dell'epoca) bellissime. Aveva un temperamento forte
e volitivo che la aiutava a superare i suoi precari stati si
salute. Durante il suo
primo anno di regno, Elisabetta riusc?a sistemare gli annosi
affari religiosi inglesi ereditati dal padre e ad adottare una
politica estera lungimirante che si riassumeva in due punti:
esplorazioni e fondazioni delle prime colonie inglesi e guerra
alla Spagna.
|
Nel 1587 giunge
l'epilogo della lunga e tormentata vicenda religioso-politica
con Maria Stuarda (Mary Stuart). Dopo un ennesimo tentativo
di rivolta e accusata di aver partecipato a un complotto per
assassinare Elisabetta, Maria fu sottoposta ad un processo in
piena regola e condannata a morte, eseguita l'8 Febbraio del
1587 per decapitazione. Elisabetta mostr?in questo caso
il suo aspetto peggiore di donna senza scrupoli e talmente ipocrita
da portare il lutto per la vittima, legata a lei anche da un
vincolo parentale (il padre di Maria era cugino di Elisabetta).
Maria Stuarda aveva 44 anni e gli ultimi 19 della sua vita li
aveva passati in prigionia nel castello di Fotheringhay.
Il suo
lungo regno (45 anni) vide sorgere e l'affermarsi
non solo della potenza economica inglese, ma anche di una nuova
vita dello spirito. L'invocazione
God save the Queen (Dio salva la Regina) veniva ripetuta
con piena convinzione dai sudditi di ogni classe sociale e la
sincerit?della loro devozione non richiedeva ulteriori prove.
Poche volte nella storia una regina, aveva saputo conquistare
l'affetto e la stima di un popolo, solo in virt?delle sue qualit?nbsp;
personali e senza far leva su nessuna forma di fanatismo.
|
La giovane
Elisabetta conobbe l'orrore della segregazione nelle tetre celle
della Torre di Londra,
l'esilio forzato nei castelli, le accuse infondate di complotti
ai danni dello Stato e molte altre persecuzioni, compresi gli
ultimi attimi di terrore che si vivono prima del patibolo.
Ma quando
Elisabetta saL'sul trono d'Inghilterra, non volle agire con
le vendette, mai venne meno al saggio principio di non deludere
il popolo, di non indietreggiare mai davanti a una decisione
presa e di saper attendere fino al momento giusto per agire,
o per non agire affatto. La sua vita fu interamente dedicata
all'Inghilterra e mai una nazione ebbe, nella sovrana, una suddita
più devota. Ella stessa am?spesso definirsi "la Regina Vergine"
e non perse occasione per rammentare a tutti che si era negata
le gioie dell'amore pur di appartenere sempre e solo all'Inghilterra.
|
Sulla
giustizia, proprio lei che si era dovuta difendere dalle ingiustizie,
non disdegn?di trarre insegnamenti dal popolo, anche da quello
a lei ostile.
A una giovanissima scozzese che aveva tentato di assassinarla,
poi condannata a morte, Elisabetta nel farle visita, mossa a
piet?dalla giovanissima et?dell'attentatrice, le promise la
grazia a patto che non ritentasse più il suo folle gesto.
La giovane fieramente rispose che una grazia cessava di essere
tale se poneva delle condizioni e che quindi piuttosto
che andare incontro a una vita vissuta con il peso della piet?
altrui, preferiva andare incontro con leggerezza alla morte.
Stup?e turbè la sovrana, che la fece liberare subito senza
alcuna condizione, perché "... mai nessuno mi ha dato una lezione
simile".
L'EVENTO
ELISABETTA
In una
Inghilterra contrassegnata da contrasti religiosi e profonde
crisi economiche, sale al trono nella met?del XVI secolo la
regina Elisabetta I, che con prudenza ed equilibrio regn?per
45 anni il suo paese contrassegnandone un'epoca. Con il
termine "Elisabettiano" vengono chiamate le forme più svariate
di cultura. Un periodo di pace che la letteratura, e la poesia
in particolare, ebbero il loro periodo d'oro. Basterebbe citare
Shakespeare
per riassumere nel modo più completo il progresso culturale
artistico del popolo anglosassone.
"Elisabettiano"
è anche il periodo che vide sorgere e l'affermarsi della potenza
economica inglese, Non dimentichiamo che fu dovuto all'intuito
di Elisabetta l'attività commerciale dell'Inghilterra; fu lei
a gettare le basi della futura potenza economica inglese in
modo legale, quando iniziòa sovvenzionare molte compagnie di
mercanti della City uniti in societàper azioni, e con lei sempre
azionista, trasformando così l'Inghilterra in Stato azionista.
Il"gioco" commerciale per volont?di Elisabetta fece affluire
grandi capitali sull'Isola, ma non racchiusi nei forzieri
dello Stato, ma accortamente investiti in altre attività industriali
private in una forma esponenziale.
Favor?cosè il nascere delle prime industrie inglesi destinate
a lavorare i prodotti grezzi che venivano importati dalle colonie
d'oltremare. Anche se all'inizio tutto questo fu spesso caotico
e disorganizzato, col passare degli anni l'idea dette i suoi
frutti e si dimostr?infallibile nel porre l'Inghilterra su
un piano di supremazia rispetto agli altri paesi del mondo.
7 SETTEMBRE
1533. Nel letto di Anna Bolena, alla presenza di
Enrico
VIII,
nasce Elisabetta. La delusione del Re ?grande, il suo più grande
desiderio era di avere un figlio maschio che consolidasse la
dinastia
Dinastia Tudor.
Enrico aveva giè una discendente femmina (Maria) ma aveva ovviamente
paura che il matrimonio portasse in dote L'Inghilterra ad un
sovrano straniero. Identica è la delusione di Anna Bolena che
sperava in un erede maschio per consolidare la sua precaria
posizione a corte.
10
SETTEMBRE 1533. Viene battezzata nella chiesa dei frati
grigi e le viene imposto il nome delle nonne : Elisabetta di
York ed Elisabetta Howard .Viene subito allontanata dalla madre
che non ne soffre e mandata nel palazzo di Hatfield dove trascorrer?
L'infanzia. Da notare che diviene sua dama d'onore la stessa
sorellastra Maria in quanto giudicata dal Re illegittima perché
nata dal matrimonio nullo con Caterina d'aragona.
GENNAIO
1536. Muore Caterina d'Aragona e Anna Bolena partorisce
un figlio giàmorto: è la sua condanna.
2 MAGGIO
1536. Anna viene arrestata per adulterio e rinchiusa nella
torre di Londra . Non si sapr?mai se giustamente o ingiustamente,
ma Anna verr?decapitata e sepolta senza onori il 19 maggio.
Il giorno successivo Enrico VIII sposer?Jane Seymour.
1537.
Nasce il fratellastro Edoardo, e Elisabetta e Maria tornano
a palazzo visto che il Re ha ottenuto il suo figlio maschio.
Nonostante ci?vengono definite a corte "reali bastarde"
1543.
Enrico VIII sposa la sua sesta moglie, Caterina Parr, una vedova
di trent?anni. Elisabetta entra subito nelle simpatie della
nuova regina che riempiendola di doni e di attenzioni, la guida
verso gli studi scegliendo insegnanti di grande valore. Studia
il greco, il latino,il francese e L'italiano che gli permetter?
in futuro di destreggiarsi con scaltrezza tra i vari diplomatici
d'Europa.
1547.
all'et?di 56 anni muore Enrico VIII, dolente di gotta, dettando
le sue volont?:
1? discendente Edoardo, 2? Maria (se Edoardo non avr?figli)
e 3? Elisabetta.
Elisabetta diviene ospite nella casa di Caterina Parr ed il
suo nuovo marito Thomas Seymuor; tra i tre nasce una specie
di tresca amorosa che si protrae sino al 1548 quando Caterina,
incinta, stronca ogni rapporto cacciando di casa Elisabetta
30
LUGLIO 1553. Dopo la morte di Edoardo ,sale al trono Maria
Tudor, la cattolica che promette giustizia e tolleranza dopo
il periodo confuso del regno edoardiano. Per suggellare questo
intento vuole accanto a se Elisabetta (protestante) per il suo
ingresso trionfale a Londra.
GENNAIO
1554. Alcuni rivoltosi protestanti preparano un piano per
destituire Maria e porre al suo posto Elisabetta.
Il
7 FEBBRAIO la rivolta viene soffocata e i cospiratori
arrestati e giustiziati da Maria ormai impazzita. I cattolici
cercano la complicit?di Elisabetta nel complotto ma non hanno
le prove. Possono solo proporre una testimonianza estorta con
la tortora ad uno dei cospiratori principali (Wyatt)
18
MARZO 1554. Elisabetta viene condotta alla torre e incarcerata
e scrive una lettera di clemenza alla sorella che non legger?
mai.
19
MAGGIO 1554. Elisabetta lascia la torre pensando di andare
al patibolo mentre viene portata di notte al castello di Woodstock
e rinchiusa in questa tetra e fatiscente costruzione. Qui può
fare una passeggiata al giorno all'aria aperta e leggere volendo
la Bibbia
25
LUGLIO 1554. Matrimonio tra Maria e Filippo II di Spagna
nella cattedrale di Winchester.
20
GENNAIO 1555 viene ristabilita da Maria la legge sulle eresie,
si aprono i tribunali dell'inquisizione e i primi roghi cominciano
ad ardere.
GENNAIO
1558. L'Inghilterra perde Calais ad opera del duca di Guisa
e il 6 novembre Maria, senza eredi ?costretta a proclamare
Elisabetta sua erede al trono
17
NOVEMBRE 1558. Muore Maria la "sanguinaria" odiata da tutti,
anche da chi la considerava una palatina del cattolicesimo.
Sul letto di morte le si attribuisce la frase "Se si aprisse
il mio cuore vi si troverebbe incisa la parola Calais".
18
NOVEMBRE 1558. Elisabetta I riceve l'anello di Maria Tudor
che comprova la sua morte. "Gloriana", come amer?farsi chiamare
è la nuova regina d'Inghilterra.
20
novembre 1558. Elisabetta sceglie il suo consigliere privato,
e dimostra di saper scegliere con oculatezza. William Cecil,
di 38 anni, fino ad ora semplice cortigiano, giura fedelt?dinanzi
alla regina. Gallese, diplomatico finissimo e uomo d'azione
spregiudicato sar?l fianco della sovrana per molti anni risolvendo
molti dei grovigli politico-economici in cui L'Inghilterra del
suo tempo si trover?innanzi.
28
novembre 1558. La regina torna ufficialmente a Londra e
prende possesso di quel castello la cui torre, poco tempo prima
l'aveva ospitata come prigioniera. La corte, la popolazione,
saluta entusiasta il passaggio di Elisabetta "La grande" , "La
salvatrice"; i cannoni sparano colpi a salve e la regina , vestita
di velluto rosso, ?costretta a fermarsi spesso per salutare
la gente che le corre incontro. Dietro di lei su un cavallo
nero, ?Robert Dudley di cui sentiremo parlare in seguito.
14
dicembre 1558. Ai funerali della sorellastra Maria, Elisabetta,
in un discorso alla corte, prende le distanze dall'intransigenza
cattolica e glissa sull'applicazione della propria fede religiosa
optando momentaneamente per la tolleranza.
Elisabetta
deve sfidare parecchi problemi: il popolo ?confuso, la giustizia
?trascurata, tutto ?caro, troppi ?dissidi interni, c'?guerra
con la Francia... ci sono nemici sicuri ma non sicuri amici
" . Maria ha lasciato un Paese dilaniato da rivalit?religiose
e ristrettezze economiche. Nelle casse deI Tesoro non c'è una
sterlina e 1'inflazione galoppa. I raccolti negli ultimi anni
sono stati miseri, nelle campagne centinaia di famiglie sono
ridotte alla fame. In tutta 1'Inghilterra non c'?protestante
che non pianga i suoi morti. La borghesia, arricch?asi a spese
della Chiesa dopo lo scisma, stringe la cinghia e a ogni angolo,
nelle città si vedono vagabondi e accattoni, non sempre miti
e innocui. La criminalitànella miseria dilaga.
più ravi
sono i problemi politici: con la Francia c'?uerra, l'alleato
spagnolo non suscita n?fiducia n?simpatia, e le pretese di
Maria Stuart, regina di Scozia e da poco diventata moglie di
Francesco II, complicano i rapporti con gli scozzesi che premono
sui confini settentrionali. Ma Elisabetta è la speranza. " Ce
l'ha mandata Dio" dice il ritornello di una canzone popolare.
15 gennaio
1559.Il giorno dell'incoronazione. I preparativi si svolgono
con grande euforia, i centocinquantamila abitanti di Londra
- ancora un borgo medievale, dove sontuosi palazzi e chiese
imponenti si affiancano a lerce baracche di legno - non chiedono
di meglio che scacciare i ricordi e fare festa. Si coprono le
facciate delle case con preziosi drappi di seta, ad ogni finestra
si appendono stendardi e bandiere. I patiboli sono mimetizzati
con piante e fiori.
Sabato
mattina nevica. Solo alle due del pomeriggio, dopo un'attesa
che dura dall'alba, i londinesi ammassati intorno alle mura
della Torre vedono finalmente abbassarsi il ponte levatoio.
Esce impetuosa la cavalleria reale e in quella luce iridescente
i colori delle divise sembrano più sgargianti, le armi brillano
come argenti. Suonano le campane di Londra, si d'fiato alle
trombe. Seguono la cavalleria i suonatori di tamburo, gli araldi,
gli uomini d'arme, gli scudieri, mille nobiluomini a cavallo
e infine sfilano gli esponenti delle più antiche famiglie d'Inghilterra.
Ecco poi Elisabetta, in abito di broccato d'oro, chiuso al collo
da un vistoso collare pieghettato sul quale spicca il viso affilato
e sorridente. Non è una carrozza la sua ma una specie di lettiga,
sormontata da un baldacchino e tirata da due mule. Per il popolo
che si addensa dietro le transenne di legno ricoperte da arazzi
questa ?l'apparizione di una dea. Sfilano, ai fianchi della
sovrana, uomini in damasco cremisi con una scure a doppio taglio
sulle spalle. Subito dopo l'abbagliante carro reale arriva il
meraviglioso Dudley che tira il cavallo della regina.
La processione
ha termine a Westmister Hall dove si svolge la cerimonia lunga
ed elaborata secondo il rito medievale.
Dopo essersi
spogliata delle vesti dell'incoronazione, Elisabetta si presenta
alla sala dei banchetti ove la attendono duecento persone con
altrettanti servitori, qualcuno commenta : "Sembra essere tornati
ai bei vecchi tempi del buon re Enrico".
17
gennaio 1559 Prima seduta del Parlamento per sanare la situazione
religiosa. Elisabetta mostra un sostanziale freddezza nei confronti
della religione, la sua fede ?piegata alla ragion di Stato.
In realtà Elisabetta è un'agnostica. Ci?proteggerè il Paese
dall'intolleranza e risparmier?vite umane in un'epoca in cui
dovunque, in Europa, le religioni sono più letali delle guerre.
Il parlamento,
quindi, si trova a deliberare su una materia scottante e a sanzionare
due provvedimenti che, l'uno in conseguenza dell'altro, dovranno
riportare la pace. Entrambi sono suggeriti da Cecil e votati
il primo senza opposizioni, il secondo con qualche difficolt?
Con l'Atto di Supremazia la regina assume il titolo, se non
di " supremo capo della Chiesa ", di " suprema governante ":
una differenza puramente formale ma sufficiente ad attenuare
la resistenza dei cattolici che soltanto al Pontefice attribuiscono
la qualifica di capo supremo. Al tempo stesso, per? il titolo
impegna clero e laici a non riconoscere in campo religioso autorità
superiore a quella di Sua Maest? Con l'Atto di Uniformit?
invece, s'impone un comune libro di preghiere, con ci?stabilendo
per tutti i sudditi i medesimi riti e obblighi religiosi. Eliminato
il latino, le cerimonie sono ammesse soltanto in lingua inglese
affinch?tutti possano capire il significato delle preghiere.
Obbligatoria la presenza in chiesa ogni domenica: a chi trasgredir?
l'ordine sar?nflitta una multa di dodici soldi. Ma più che
queste disposizioni formali sono i contenuti dell'Atto a turbare
i cattolici, soprattutto al riguardo della reale presenza divina
nella comunione, o a dispiacere ai protestanti che vorrebbero
un maggiore rigore. Nove vescovi votano contro, ma l'Atto passa
ugualmente con tre voti di maggioranza.
Subito
dopo, un altro problema ?messo sul tappeto: il matrimonio di
Elisabetta. L'urgenza della richiesta, da parte del parlamento,
riconferma l'indomabile sfiducia del sesso debole nel potere
delle donne. Il governo ?faccenda maschile: questo pregiudizio
non risparmia neppure la "grande"; oltretutto vi è la
paura che, mancando la regina di un erede potrebbe salire al
trono Maria Stuart con evidenti conseguenze per i protestanti.
Cominciano
a trapelare le prime indiscrezioni sulla sovrana, relative alla
sua fertilit? qualcuno insinua che ?sterile e non potr?avere
figli; queste chiacchiere, diffuse pare dalle lavandaie che
dagli indumenti intimi della regina notano scarsit?nelle mestruazioni
regali, vengono confermate anche da qualche medico. A questa
deficienza rimediano i frequenti salassi a cui ella si sottopone,
secondo le terapie in uso. Viene inoltre considerato un ostacolo
alle nozze, il rapporto più che amichevole tra la regina e Robert
Dudley che aveva avuto occasione di conoscere nelle torre di
Londra durante il suo periodo di prigionia in quanto, anche
Robert, si trovava nella stessa situazione. Il bel Robert diviene
cosè il favorito della regina ma non potr?essere considerato
un possibile sovrano in quanto ?giàsposato dal 1550.
L'intimit?
con la regina viene notata il 1 aprile 1559: l'ambasciatore
spagnolo non ha riguardi e scrive : " La regina visita lord
Robert nella sua camera giorno e notte ". E ancora: " La gente
chiacchiera e arriva al punto di dire che, avendo la moglie
una malattia al petto, la regina ne aspetta la morte per sposarlo
".
10
luglio 1559. Muore il re di Francia, Enrico II, e sale al
trono con il nome di Francesco II il quindicenne Delfino, marito
della Stuart. Elisabetta, dunque, si ritrova di fronte questa
ragazzina potente e protetta per la quale francesi e scozzesi
potrebbero allearsi contro di lei: in Francia il potere ?ormai
nelle mani del cardinale di Lorena e del duca di Guisa, la cui
sorella Maria ?reggente in Scozia. E anche il Papa, con tutte
le forze cattoliche europee, non esiterebbe un istante a prendere
le parti della Stuart nel caso di un conflitto tra le due regine.
Affida il problema a Cecil che lo risolve, secondo la sua volont?
col metodo del doppio gioco. Da una parte si aiuta, dall'altra
si nega. Da una parte la regina condanna a parole le azioni
dei ribelli in Scozia, dall'altra manda armi e denaro. I colloqui
con gli ambasciatori scozzesi e francesi sono un castello di
bugie: proclamata solidariet?alla regina di Scozia, biasima
la rivolta protestante in atto, le provoca di volta in volta
sorpresa, dolore, biasimo, promette che ordiner?indagini rifiutando
di dare appoggi a dei rivoltosi ma intanto opera controcorrente.
più ardi un incaricato di Cecil porta segretamente armi alla
Congregazione. " In Elisabetta " scrive un diplomatico " c'?
più slealt?che onest? "
6 luglio
1560. Gli inglesi impediscono qualsiasi intervento francese
nelle terre scozzesi impedendo che le navi di Enrico , cariche
di armi e munizioni, arrivino a destinazione; la reggente di
scozia, Maria di Guisa ?agonizzante e la Scozia e percorsa
da lotte interne: Elisabetta esce allo scoperto ed entra in
guerra con la Scozia. Il 6 luglio è la data del trattato
di Edimburgo, redatto abilmente da Cecil per negoziare la pace.
Secondo tale accordo Francesco II e Maria devono rinunciare
ad ogni pretesa sul trono inglese e ritirare i soldati dalla
Scozia. Ma Maria Stuart non ratificher?mai tale accordo.
Settembre
1560. La moglie di Dudley ?trovata morta, col collo spezzato,
in fondo alle scale della sua casa di Cumnor, vicino Oxford.
Nessuno davvero crede che questa disgraziata e giovane moglie,
malatissima, abbia voluto suicidarsi.
Qualcuno
insinua che Robert dosasse giornalmente del veleno nella sua
cena aggravando le sue condizioni di salute.
?aperta
un'inchiesta e per non esasperare gli animi, pur convinta dell'innocenza
del favorito, Elisabetta ordina a Dudley di andarsene dalla
corte fino a quando non si sar?atta luce sulla disgrazia.
Non può evitare, per? che lo scandalo si propaghi. A Parigi,
Maria Stuart esclama: " E adesso la regina d'Inghilterra si
sposer? Il suo cavaliere ha ammazzato la moglie per fare posto
a lei". In Inghilterra corrono voci ancor più infamanti: sebbene
nessuno osi dirlo apertamente, s'insinua che la stessa regina
abbia incoraggiato l'omicidio.
Il risultato
dell'inchiesta ? " Si accerta che Amy Robsart ?morta per incidente
cadendo dalle scale."
Libero
da sospetti, Dudley torna a corte poche settimane dopo i funerali
della moglie, ma sulla sua innocenza nessuno ?disposto a mettere
la mano sul fuoco. Ma ora, con la scomparsa di Amy, Elisabetta
non potr?mai più sposare Robert; l'eventualit?che la regina
sposi un uomo sospettato di omicidio, infatti, suscita ovunque
disgusto e preoccupazione.
1 marzo
1562. In Francia i seguaci del duca di Guisa massacrano
a Wassy una congregazione di ugonotti riaccendendo la guerra
religiosa. Elisabetta non può più stare a guardare e manda un
suo esercito in aiuto ai protestanti francesi ( nel frattempo
era in programma un incontro con Maria Stuart che per?non avverr?
mai più . Inizialmente gli inglesi occupano il porto di Le Havre
con facilit? il 25 marzo viene assassinato il duca di Guisa
ma poi la peste fa strage dell'esercito e capovolge le sorti
della guerra. La malattia svuota Londra e ,ironia della sorte,
arriva anche il vaiolo, di cui la stessa regina rester?colpita.
Alla fine gli inglesi perdono Le Havre e contano più di 3000
morti.
Nel frattempo
proseguono le trattative diplomatiche per sposare le regine
di Scozia e Inghilterra , Elisabetta riesce a spostare l'attenzione
dei suoi sudditi sul matrimonio della cugina Maria, ponendo
il veto ad ogni offerta di matrimonio contraria agli interessi
dell'Inghilterra ( tra i pretendenti ci sono Don Carlos, figlio
di Filippo II, e Carlo IX di Francia.
Elisabetta
chiama a corte il consigliere scozzese Maitland per proporre
un suo candidato e , tra lo stupore generale, esce il nome di
Robert Dudley che nel frattempo ?stato nominato conte di Leicester.
I rapporti
tra Maria ed Elisabetta si incrinano, Maria si sente offesa
dell'offerta (sposate un suddito di Elisabetta) e rilancia che
piuttosto sposerebbe don Carlos conosciuto in tutta Europa come
un demente. Infine, contro le volont?di Elisabetta, Maria sposa
il giovane Lord Durnley, un matrimonio d'amore....ma se ne pentir?
presto.
19
giugno 1566 Maria d'alla luce un figlio maschio, si chiama
James e diverr?Giacomo I d'Inghilterra, il successore di Elisabetta.
A Londra la regina muore di rabbia e invidia: giàMaria era
considerata più alta e bella di lei, ora anche un figlio. Comunque
acconsente alla richiesta di fare da madrina al piccolo Giacomo
e invia in Scozia un fonte battesimale d'oro e argento. Dopo
il rifiuto alla proposta di Caterina de Medici di una unione
con il figlio 17enne e la nascita di James, la regina ?convinta
di aver risolto i suoi problemi matrimoniali ma il parlamento
ora vuole una risposta definitiva ricordando che tre anni prima,
nel ricevere ?fondi richiesti, la sovrana aveva promesso di
sposarsi: ora quei fondi sono spariti, altri vengono sollecitati,
e lei ?tuttora nubile, per cui - niente nozze, niente denaro
-. La risposta ?inferocita : non spetta ai sudditi costringerla
a fare qualcosa e tanto meno scavarle la fossa prima che sia
morta affliggendola perché designi un erede. Quanto al matrimonio
è un affare suo, non un affare politico. Ancora più energico
è il trattamento che riserva a suo cugino, il duca di Norfolk,
colpevole di averla " rimproverata " per non accettare altre
idee che le proprie. Elisabetta, che non vuol più sentir parlare
di mariti e di figli, lo insulta pesantemente: minaccia perfino
di farlo arrestare. Gli altri lord, che fanno quadrato intorno
a Norfolk e tentano di difenderlo assumendosi la loro parte
di responsabilit? ottengono invece la loro quota di urlacci
e sono trattati come un branco di idioti. Perfino Leicester
ha la sua dose , voltandosi verso l'ex favorito, Elisabetta
ammette di aver sperato che almeno lui rimanesse dalla sua parte.
Leicester, con enfasi, si getta in ginocchio ed esclama di esser
pronto a morire ai suoi piedi. " Questo non c'entra " lo interrompe
gelida Elisabetta.
Ormai
la regina si ?preparata ad esibire tutto il suo istrionismo.
Alla camera dei lord ?insolente, supplichevole, addolorata,
adirata, suadente, rassicurante. Il suo discorso lascia ognuno
con una speranza diversa e tutti con la convinzione che lei
far?di testa sua. "Non sono forse nata in questo regno? E non
?questo il mio regno? Chi dunque ho oppresso? E chi ho arricchito
a spese degli altri? E che male ho fatto perché mi si sospetti
di non aver riguardo per il comune interesse? Come ho governato
fin dall'inizio?... Non ho bisogno di molte parole, i fatti
parlano per me." Sul matrimonio e sulla successione ripete le
frasi di sempre: che si sposer?soltanto se sar?erta di avere
figli, altrimenti rester?nubile. E qualora il momento giungesse....(e
giàparolacce). Cecil, nel riferire alla camera dei Comuni questo
discorso, dovr?farne ben tre copie prima di ritenerlo pulito
dalle imprecazioni con cui ella lo arricchisce. Non conviene
esasperare il parlamento dal momento che gli si chiede un contributo
finanziario, tuttavia Cecil non può evitare che la regina mantenga
il perentorio divieto a discutere sul matrimonio. Elisabetta
riesce infine a rappacificarsi con il parlamento facendo ridurre
di 2/3 i contributi richiesti; ma per un bel pezzo di matrimonio
non si parler?più
16
maggio 1568. Maria Stuart dopo varie vicissitudini matrimoniali,
dopo aver perso il trono ed essere stata incarcerata, riesce
a fuggire e a sbarcare a Workington, sulla costa inglese; all'ultimo
istante ci aveva ripensato, ma ormai era troppo tardi e scrive
a Elisabetta "Non ho altra speranza che voi". Elisabetta risponde
, facendola portare al castello di Bolton, che non potr?riceverla
sino a che non verr?fatta luce sull'assassinio di Darnley (di
cui ne ?considerata complice).Maria ?infuriata.
Agli occhi
degli inglesi Maria è una bugiarda che proclama la sua innocenza
ma non ne ha le prove, che chiede aiuto ad Elisabetta ma poi
chiede al parlamento il diritto di succederle. Si decide di
aprire un'inchiesta presieduta a York dal duca di Norfolk e
il conte di Sussex; L'incontro con la regina ?fatale al duca
che se ne innamora. Cecil fa spostare L'inchiesta a Westminster
e ne diviene lui il commissario per poter arrivare alla fine
quanto prima, ma non si arriva a nulla. Maria viene comunque
trattenuta in Inghilterra come "ospite" .
Estate
1569. Elisabetta, che spesso ironizzava sull'idea di un
matrimonio tra il duca e Maria, ora ?seriamente preoccupata
a causa di voci relative ad un complotto contro di lei. Lo stesso
Leicester la informa dopo che qualcuno aveva cercato di coinvolgerlo.
Nonostante un ammonimento da parte della regina, il duca di
Norfolk si rivolge al duca d'Alba, governatore spagnolo nei
Paesi Bassi, invitandolo ad intervenire in caso che la congiura
si trasformi in ribellione. Elisabetta, a malincuore ?costretta
a rinchiudere il duca (primo pari d'Inghilterra e unico duca)
nella torre di Londra; ma non finisce qui in quanto al Nord,
Northumberland con i cattolici ha preso le armi formando un
piccolo esercito e inizia la rivolta, che non essendo appoggiata
dal duca d'Alba, non riesce a prendere il volo e viene repressa
con estrema crudelt?
Aprile
1570. Il Papa PioV lancia la sua scomunica contro Elisabetta
negandone perfino il diritto di regnare. Pubblicata il giorno
della vittoria di Hunsdon su Leonard Dacre, la bolla "Regnans
in Excelsis" denuncia più il risentimento di un nemico sconfitto
che lo sdegno di un pontefice. Francesi e spagnoli preferiscono
ignorarla. Gli inglesi ne vengono a conoscenza soltanto quando
una copia ?inchiodata sulla porta del vescovo di Londra. Che
cosa leggono? Leggono, in sostanza, che Elisabetta protegge
gli eretici e ha ridotto il regno a un cumulo di rovine proprio
quando i cattolici cominciavano a produrvi buoni frutti. Leggono
che ha abolito la messa, le preghiere, i digiuni e le pratiche
cattoliche, spargendo per il regno l'eresia e scacciando il
clero da chiese e scuole. Ma soprattutto leggono che il Papa
la dichiara decaduta da ogni privilegio in quanto usurpatrice
della corona.
è un'insolenza
alla quale neppure i cattolici si sentono di offrire consensi.
Dopo la vittoria di Hunsdon hanno chinato la testa e non hanno
voglia di seguire l'incoraggiamento a ribellarsi ancora. L'effetto,
dunque, ?opposto a quello desiderato, la reazione dell'Inghilterra
protestante contro la bolla papale ?immediata. Il regno ?invaso
da scritti inneggianti all'anglicanesimo e il parlamento indurisce
il suo atteggiamento contro i cattolici.
1571.
In questo clima, comincia a prendere consistenza un nuovo complotto
ai danni della regina che vede ancora una volta coinvolto il
duca di Norfolk e Maria. Il motore della cospirazione è uno
scaltro Roberto Ridolfi (banchiere fiorentino?) al servizio
dell'altrettanto scaltro pontefice che ripone in lui le speranze
per una restaurazione cattolica in Inghilterra; Ridolfi scalda
gli animi del duca promettendo aiuti dai nobili inglesi e dal
duca d'Alba, ma mente e i suoi documenti sovversivi, diretti
al duca e Maria, cadono purtroppo nelle mani delle spie di Cecil
( che nel frattempo ?nominato barone di Burghley): la condanna
per i cospiratori ?implacabile.
L'ambasciatore
spagnolo, implicato nella congiura, riceve l'ingiunzione di
abbandonare immediatamente il regno: contro l'inviato di un
Paese straniero non si può e non si vuole fare di più Il vescovo
di Ross, interrogato, trascina nella bufera molti gentiluomini.
Ma la pedina più grossa ?Norfolk. Le prove contro di lui sono
innumerevoli. Ricondotto alla Torre, il duca non potr?più contare
sulla clemenza di Elisabetta. Nel gennaio 1572, a Westminster,
una corte di pari lo giudica colpevole e lo condanna. Elisabetta
esita prima di firmare 1'atto di esecuzione, Norfolk ?suo parente,
il primo gentiluomo del regno. Per due volte revoca la propria
firma: non sa decidessi e spera che le si offra qualche via
d'uscita. Ma non ce ne sono.
28
maggio1572. Il parlamento chiede che il duca paghi per il
proprio tradimento e che con la sua testa cada anche quella
della Stuart. Elisabetta non può far altro che accettare e sceglie
la testa del duca per salvare quella della cugina; il 2 giugno
il duca di Norfolk viene decapitato
23
agosto 1572. La notte di San Bartolomeo in Francia crea
grossi problemi ad Elisabetta che aveva da poco stretto alleanza
con Caterina de Medici attraverso il trattato di Blois; la regina
chiede spiegazioni e mostra sdegno (più per piacere ai propri
sudditi che per orrore personale) ma non si hanno rotture diplomatiche.
Di sicuro peggiora la situazione di Maria che dopo l'accusa
di cospirazione si sente sulle spalle anche questo massacro
in quanto i responsabili sono suoi parenti, i Guisa.
novembre
1577. La regina non intende esporsi in costose spedizioni
extracontinentali, la pirateria e il commercio degli schiavi
offrono molto di più a rischi molto inferiori. Tra i fautori
di tali imprese vi ?Francis Drake, un pirata che viene dalla
gavetta, ha fatto sempre e solo il pirata da quando ?nato.
Ha esordito al servizio di Hawkins, del quale forse ?nipote,
ai tempi in cui questi costruiva le sue fortune col commercio
degli schiavi, e dal maestro ha imparato a sfruttare le debolezze
dei potenti. Sa usare spada, timone e bastone di comando. è un individuo volgare, caparbio e di grande crudelt? ma ?intelligente
e furbo: il tipo di uomo con cui Elisabetta trova facilmente
un'intesa. Le sue imprese diventano leggenda. Quando la flotta
di Drake parte col dichiarato scopo di fare il giro del mondo
per scoprire un ipotetico continente, nessun inglese riesce
a crederci. La missione affidatagli dalla regina, che la finanzia
assieme ad altri "soci", non consiste nel ripetere l'impresa
di Magellano ma nei consueti arrembaggi che procurano tesori
a Elisabetta.
La flotta
che parte da Plymouth ?composta da cinque vascelli. La nave
sulla quale viaggia Drake, sar?'unica a superare un viaggio
pieno di drammi, ma così proficuo da far dimenticare la
perdita di uomini e imbarcazioni. Drake, al ritorno in patria,
?considerato un grande eroe nazionale. Elisabetta ?incantata
dal bottino che la " Golden Hind " le ha portato. C'?da impazzire
di gioia di fronte agli scrigni colmi di pietre preziose, d'oro,
d'argento, di perle dal valore incalcolabile. ?furto, rapine
fatte su tutti i mari, ma la dignit?non se ne adonta. La regina
ringrazia il pirata con il titolo di Sir Fracis Drake. Nessuno
ha mai saputo a quante ammontasse quel bottino, che divise con
Drake.
1578.
La regina Elisabetta , abbandonato momentaneamente Leicester
al proprio destino (mette incinta una delle dame della regina
e poi sposa Lettice Knollys, sua vecchia fiamma), riesuma velleit?
matrimoniali accettando la corte del duca d'Alencon, terzo figlio
di Caterina de Medici; Elisabetta lo chiama a corte e ne rimane
colpita tanto da trovare per lui un tenero affetto (lo chiamer?
"Ranocchio) ma il parlamento inglese non dar?mai il consenso
al matrimonio a causa delle pretese cattoliche del duca. Caterina
capisce e richiama a corte il figlio per trovargli una sistemazione
adeguata, l'affetto tra ranocchio ed Elisabetta continua attraverso
amorevoli missive ma il 10 giugno 1584 il duca muore di febbre.
Estate
1584. Viene assassinato il principe d'Orange. Ritorna alla
ribalta la scomoda presenza di Maria sul suolo inglese.
Il segretario
di stato Walsingham ha trovato delle lettere compromettenti,
probabilmente scritte da Maria, si parla di un altro complotto
anche se la sua posizione sarebbe marginale.
Nel frattempo
il popolo teme un ritorno del cattolicesimo e preme sulla propria
regina affinch?essa li protegga: con L'intervento di Cecil
promulgati due atti in cui "Si condanna a morte chiunque attenti
alla vita della regina anche in modo indiretto" (palesemente
contro Maria) , "entro 40 giorni tutti i seminaristi, gesuiti
e preti cattolici dovranno abbandonare il suolo inglese".
17
luglio 1586. Walsingham riesce a intrappolare con astuzia
Maria, nella congiura detta di Babington, ha in mano una lettera
autografa della Stuart che sar?a sua condanna. L'8 ottobre
si apre lo scontato processo e il 4 dicembre la condanna ?resa
pubblica.
1 febbraio
1587. Elisabetta chiede che le venga portato L'ordine di
esecuzione. Lo legge rapidamente, lo firma e lo lascia cadere
a terra; "E' addolorata, ma era necessario" si dice di lei.
Il 7 febbraio la testa di Maria, sua cugina, cade sotto la lama
del Boia dopo 18 anni di prigionia inglese.
Aprile
1587. La Spagna sente la pressione dei paesi europei che
vogliono siano tutelati i loro traffici nel nuovo mondo dalle
incursioni piratesche inglesi. Filippo II comincia a preparare
"L'invincibile armada" ma Elisabetta pone nelle mani di Drake
la costruzione della propria flotta. Sir Francis gioca d'anticipo
e parte per Cadice con poche navi per distruggere nel porto
le più belle galere Spagnole, ritardando di un anno L'ultimazione
dell'armada.
9 aprile
1588. L'invincibile Armada ?pronta a salpare, la vittoria
?sicura, "Dio ?con la Spagna" . Salpano 130 navi con 30.000
uomini, ma solo 1/3 sono marinai veri. Dopo poche miglia la
flotta ?costretta a approdare a La Coruna per mancanza di viveri
e a causa di una tempesta che ha danneggiato alcune navi; si
riparte il 12 luglio.
Se queste
sono le premesse della spedizione spagnola, non migliore è la
situazione in Inghilterra dove alla spavalderia di Hawkins e
Drake si contrappongono le ansie di Elisabetta: la Spagna ?
tuttora la maggiore potenza europea e se volesse potrebbe fare
dell'Inghilterra un solo boccone. Il piano degli spagnoli prevede
un'invasione a tenaglia: dai Paesi Bassi, Alessandro Farnese,
duca di Parma, imbarcher?su enormi chiatte trentamila soldati
che invaderanno 1'Inghilterra; l'Armata, con altri trentamila
uomini, protegger?e sosterr?questo attacco scortando la flottiglia
di Farnese per il mare del Nord fino alle rive orientali dell'isola
dove ?previsto lo sbarco. Un piano ben congegnato ma troppo
ottimistico poich?non tiene conto delle difese inglesi lungo
il canale della Manica e nemmeno delle navi di Howard concentrate
per lo più a Plymouth. Elisabetta si augura di concludere sbrigativamente
quest'odiosa faccenda senza perdite gravi per nessuno. La flotta,
composta da trentaquattro navi fatte costruire da Hawkins e
da centocinquanta navi mercantili, le costa ogni giorno molto
denaro e su questo chiodo lei batte e ribatte assillando Howard,
Drake e Hawkins affinchè il conflitto non superi la durata di
sei settimane. In luglio gli spagnoli sono avvistati al largo,
in Cornovaglia, a poche miglia da Plymouth. ?questione di attimi.
Non ci si aspetta questo attacco improvviso che potrebbe ripetere
la manovra di Drake a Cadice e distruggere la flotta inglese.
Ma il tempo ?pessimo e la fortuna ?dalla parte di Elisabetta.
Una tempesta
danneggia uno dei principali galeoni spagnoli, il " Sant'Anna
", e altre navi: il disorientamento e il ritardo che ne conseguono
permettono agli inglesi di reagire e, durante la notte, di uscire
precipitosamente al largo manovrando per mettersi alle spalle
delle navi nemiche. Per gli inglesi il peggio ?passato. Il
vantaggio viene recuperato e il vento, che soffia da ovest,
asseconda la rotta. Gli inglesi sono armati meglio e hanno vascelli
leggeri e veloci. La manovra sottovento ha sostituito alla battaglia
un inseguimento che impedir?all'Armata di congiungersi alle
forze del duca di Parma. Il 27 luglio Medina Sidonia riesce
a portare la flotta sino a Calais ma L'esercito del duca non
?trasportabile, le chiatte sono poche, le navi che trasportano
i viveri hanno gli alberi spezzati, le cose si mettono male.
Altre navi vengono abbattute, altre distrutte da una tempesta
mentre dirigono a nord, alcuni riescono a riparare sulle coste
irlandesi: delle 130 navi spagnole se ne salveranno solo 50,
dei 30.000 uomini solo un terzo.
8 agosto
1588. L'invincibile armata ?in fuga, la regina si reca a Tilbury,
sull'estuario del
Tamigi
dove ?concentrato il grosso dell'esercito. Con la corazza e
L'elmo sul suo stallone bianco pare la regina delle amazzoni.
Con al suo fianco Leicester, passa in rassegna i soldati rivolgendosi
a tutti con tono familiare e parole di gratitudine.
20
agosto 1588. La regina partecipa a San Paolo ad una cerimonia
di ringraziamento per la vittoria, ha 55 anni e regna da 30
ma è ancora vigorosa. Intorno a lei per?i sui fidi invecchiano,
Walsingham ?malato (morir?nel 1590), Leicester grasso e alcolizzato
muore per una febbre improvvisa. Elisabetta piange disperata
la scomparsa del suo favorito che non sar?i?accanto a lei
per adularla e consolarla nei momenti difficili. La regina non
cambia mai ed ?destinata ad innamorarsi un'altra volta; questa
volta il favorito è un certo Walter Raleigh, di 35 anni, capitano
delle guardie con un passato glorioso di combattente e pirata.
E' un uomo attraente, simpatico e ambizioso, che conquista Elisabetta
con le sue poesie adulatorie (la regina come fa con tutti lo
soprannomina "Water" ). La fortuna di Raleigh ?per?fugace
ed il suo posto di favorito viene presto preso da Robert Devereux
conte di Essex e figliastro di Leicester (soprannominato a sua
volta "Robin" , "pettirosso") con cui ama ballare, cavalcare,
giocare a carte e a scacchi. Robert , impetuoso esaspera la
sua posizione e tocca Elisabetta nel tasto sbagliato: il denaro.
Indebitatosi crede di far risarcire il tutto alla regina, ma
si sbaglia; al questo punto i debitori si fanno assillanti e
Robert ?costretto ad imbarcarsi con Drake per la spedizione
di Playmouth.
Aprile
1589. Dopo la disgraziata spedizione di Playmouth la regina
abbandona le proprie velleit?di guerra e si coccola il ritorno
indenne dell'amato "pettirosso" a scapito di Releigh che avendo
approfittato della situazione viene accantonato per la seconda
e definitiva volta; partir?per L'Irlanda.
Luglio
1589. Muore in Francia Enrico III , assassinato da un frate,
e sale al trono Enrico di Navarra (ugonotto) con il nome di
Enrico IV e la benedizione di Elisabetta. Nel frattempo nel
proprio regno ricomincia la persecuzione ai cattolici e soprattutto
nei confronti degli intolleranti gesuiti. Protagonista negativo
di questa storia ?Richard Topcliffe che con torture e malvagit?
varie caccia i preti senza tregua.
Elisabetta
non vuole avere sulla coscienza queste morti e, convocato il
consiglio ordina la sospensione di queste atrocit?Urlando "Non
voglio più !! "
Gennaio
1593. Robert riesce ad entrare nel consiglio e Lord Burghley
lascia il posto di segretario all'intraprendente figlio Robert
Cecil appena rientrato dai suoi studi all'estero.
1595
La guerra con gli spagnoli continua ma ?L'ora della riscossa:
quattro galeoni si dirigono verso la costa della Cornovaglia,
bruciano il porto di Penzance, rapinano quel poco che c'?da
rapinare, e se ne vanno. ?solo un avvertimento ma sufficiente
perché gli inglesi si spaventino ed Elisabetta si accorga che,
dopotutto, le coste non sono inviolabili. In fretta Drake e
Hawkins salpano per una delle loro spedizioni punitive, che
stavolta si concluder?tragicamente per entrambi, e la regina
riconsidera 1'eventualit?di rispondere per le rime . Il raccolto
?misero e una crisi economica senza precedenti ?alle porte
ma bisogna riarmarsi e proteggere il Paese da una Spagna sempre
più inferocita.
marzo
1596. I preparativi sono appena cominciati quando navi spagnole,
provenienti dai Paesi Bassi, bloccano il porto di Calais e assediano
la città ?come avere i nemici in casa. Essex si precipita
a Dover pronto ad attraversare il Canale, sa che ?questione
di ore: se si vuole salvare Calais, dice, bisogna muoversi subito.
Ma Elisabetta non regge alla tentazione di mercanteggiare con
Enrico IV questa operazione e propone il suo aiuto all'alleato
francese a condizione di riavere poi Calais, 1'antico avamposto
perso da Maria. Enrico IV, tutto sommato, preferisce che a Calais
restino gli spagnoli. La risposta che d'agli inglesi è uno
sberleffo. "Meglio il morso di un cane che il graffio
di una gatta" cio?meglio Filippo che Elisabetta.
bench?
furibonda, la regina pensa che Calais valga comunque il disturbo:
Essex ottiene il via per attraversare il Canale e affrontare
gli spagnoli ma all'ultimo momento ci ripensa e abbandona il
campo e i francesi. Calais ?persa per sempre.
3giugno
1596. La miglior difesa ?l'attacco e la regina risponde
assalendo gli spagnoli a casa loro; al comando di Essex e del
redivivo Raleigh, ottanta navi inglesi assaltano la città di
Cadice che cade in poche ore ma senza essere depredata ne data
alle fiamme; Essex e "Water" -a parte il comportamento esemplare-
non si accorgono per?di alcune navi cariche di tesori approdate
poco distante che per?vengono date alle fiamme dagli stessi
spagnoli. Elisabetta ?infuriata per le perdite economiche della
spedizione ma la sua fama fa il giro del continente ( a Roma
il papa dice "Che gran donna sarebbe se fosse anche cattolica".
4agosto
1598. All'et?di 68 anni muore Burghley uomo incorruttibile
e geniale che per oltre 40 anni ?stato lo spirito della regina
e perci?della stessa Inghilterra. A pochi mesi di distanza
morirè il grande rivale Filippo II, Elisabetta ?sempre più
sola e la sua vanit?non tollera di vedersi invecchiare.
febbraio
1601 Essex, dopo le sfortunate vicissitudini per sedare
le rivolte in Irlanda, cade in disgrazia anche agli occhi della
regina e perde la testa. Vuole salvare il suo onore e prende
consiglio da persone sbagliate che lo aizzano contro la corona
con L'intento di dare una lezione alla regina; ma la posta in
gioco ?molto più alta e forse Essex non lo sa: una cospirazione
ai danni di Elisabetta con tanto di regicidio. L'8 del mese
si organizza l'adunata di 300 armati che viene per?scoperta
dagli informatori di Cecil, Robert viene chiuso nella torre
e processato, Il 25 febbraio verr?decapitato ed Elisabetta
commenter?con freddezza : "Stupido ingrato, ha giocato ed ha
perso, aveva mancato di rispetto alla donna, ma lo avevo avvisato
di non colpirmi come regina. In certi casi bisogna mettere da
parte i sentimenti ed adottare soluzioni estreme". Comunque
il vuoto lasciato da Robert sar?er lei incolmabile.
Marzo
1603. Le condizioni di salute di Elisabetta si aggravano, aumenta
la febbre ed i dolori al petto , si accorge che la fine ?vicina
ma "Gloriana" non ha paura di morire e non ha nemmeno intenzione
di pronunciare il nome del suo successore: sar?io a decidere
e lei sar?egina sino alla fine. Il 25 marzo spira nel sonno
e subito in mattinata molti cavalcano verso nord per avvisare
Giacomo di Scozia il nuovo Re. Muore così la prima regina protestante
d'Inghilterra, la donna che ha portato con devozione e astuzia
la propria patria alle porte del XVII secolo di cui ne sar?
tra l'altro una delle protagoniste; forse, per? con lei finè un epoca.
Si ringraziano
per i numerosi dati storici l'ottimo sito Cronologia.it
e la rivista Storia Illustrata.
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