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Londra letteraria
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La Londra letteraria
I
marciapiedi a Londra sono larghi, puliti, lunghissimi.
Sembrano guidare i passi attraverso un mondo di conoscenza e sapere,
di storia e accadimenti. La trafficata arteria dello Strand,
l'antica via che da
Trafalgar
Square conduce a Fleet Street, la domenica sera
si svuota dell'usuale via vai umano. Il silenzio sembra quasi
irreale, ma quasi immediatamente permette di percepire un entusiasmo
curioso che assale l'animo: è lo stesso che sposta inavvertitamente
lo sguardo chino verso l'alto, verso le mura neoclassiche di un
antico edificio, la Somerset House. |
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Colpisce pensare che
siamo di fronte ad uno dei più grandi edifici storici di Londra,
residenza nel XVIII secolo del duca di Somerset e diverso
tempo fa della prestigiosa
Royal Academy of Arts. L'attenzione però si
rivolge ad una targhetta dello stesso edificio che legge "The Royal
Society of Literature...founded to reward literary merit and
excite literary talent".
Essere
davanti alla societàReale della Letteratura, fondata nel
1820 dal re Giorgio IV,
porta a realizzare quanto Londra sia stata una città importante nel
panorama letterario britannico. Tantissimi i personaggi della
letteratura inglese che hanno vissuto e lavorato nella
capitale, primo tra tutti
William Shakespeare,
e poi altri come
Geoffrey Chaucher
(che nei "Racconti di Canterbury" narrava dei pellegrini di
una delle taverne di Southwark), Ben Johnson
(drammaturgo,
attore e poeta, figura di primo piano del teatro elisabettiano)
e ancora John Milton, Samuel Johnson,
Charles Dickens,
Virginia Woolf,
E.M Forster, D.H Lawrance, Bertrand Russell,
Oscar Wilde,
Mark Twain, Henry James, Arthur Conan Doyle,
Lord Byron, Thomas Hardy, George Bernard Show,
John Keats, Agatha Christie e l'inventore di James Bond,
Ian Fleming, solo per citare i più famosi. Manca quasi il
fiato a leggerli tutti, sono tantissimi, ma si pensi che il quadro è
ancora incompleto.
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A
Londra, nel corso dei secoli, hanno trovato rifugio e ispirazione
centinaia di scrittori. Con rara consapevolezza, l'immagine di un
luogo, di un angolo, di una strada, diventano la 'fotografia' di una
storia narrata. Parole capaci di far scorrere la mente al di L'
della scrittura, di mischiarsi tra realtà e fantasia, tra re e
cavalieri, cortigiane ed eterni Peter Pan. Londra è una città
cresciuta anche attraverso la sua letteratura, una città che a volte
non c'era ma che nella fantasia diventava più reale che mai.
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Nel 1501 un anonimo, presumibilmente
William Dunbar, poeta scozzese in viaggio a Londra per
organizzare il matrimonio tra Giacomo IV e Maria Tudor,
scriveva di Londra come "... thou art the flour of Cities all",
la farina di tutti i comuni. Poco meno di un secolo dopo, nel 1590,
Londra appariva come una città vibrante, in costante espansione.
Cresceva alle spalle di importante porto e di un
fiume, il Tamigi, che diventava sempre più il vero nucleo
logistico di una città in movimento. La
cultura era ravvivata da
pittori, attori e scrittori, mentre il teatro diventava la
prima vera istituzione popolare di tutte le classi sociali. Gli
spettacoli teatrali erano parte di vita quotidiana e tutti i livelli
della societàcondividevano le esperienze che il teatro sapeva loro
donare. Quando Shakespeare iniziòa lavorare a Londra intorno
al 1588, in piena epoca Elisabettiana, il terreno era
fertile, tanto che, tra il 1567 e il 1622,
vennero
costituiti nove teatri all'aperto. Le compagnie giovanili dei
"Boy companies",
in competizione con le compagnie degli adulti, si sono evolute dalle
tradizionali pratiche teatrali delle 'Grammar School' ed
erano particolarmente popolari nelle Corte. Le tre compagnie più in
voga erano i 'Children of St. Paul's', 'The Chapel
Children' ed i 'Children of the King's Revels', e tutte
ebbero il periodo di massimo impatto durante il regno di Giacomo
I. Shakespeare faceva parte della compagnia conosciuta con il
nome di 'The Lord Chamberlain's Men', in seguito chiamata 'The
King's Men' (Gli uomini del re), che lavorava nel The Theatre
di Shoreditch (il
primo vero teatro costruito a Londra) e in seguito nel famoso The
Globe. Il suo pubblico allora era di circa 3000 persone, il
repertorio in archivio interessante e vario.
Si deve tuttavia tornare indietro nel
tempo, ed esattamente al XIV secolo, per incontrare la prima
Londra letteraria. Geoffrey Chaucer,
nativo di Londra (1343 circa), autore, poeta, filosofo e
diplomatico, spesso considerato il padre delle letteratura inglese,
nei suoi celebri 'Racconti di Canterbury' narra di una città
che oggi possiamo solo immaginare. Sette secoli di storia alle
spalle non sono pochi per chi si aggira in una delle capitali più
moderne del mondo. Chaucer diede un importante contributo alla
letteratura in forma scritta in inglese, in un periodo in cui la
maggior parte dei poemi e delle poesie di corte erano ancora
composti in anglo-normanno o latino. I racconti parlano di un
pellegrinaggio di una trentina di persone, in una giornata
primaverile di aprile, verso il Santuario di St. Thomas Becket.
Lungo il tragitto, dal quartiere di Southwark di Londra per
la Cattedrale di Canterbury si divertono a raccontare storie.
Emblematica è la descrizione dei personaggi, un ritratto ironico e
critico della societàinglese, in particolare della Chiesa e della
Londra dell'epoca.
La
crescita della Londra moderna è stata accompagnata da nuovi modi di
presentare la complessità della scena urbana: nuove espressioni di
preoccupazione morale e religiosa, nuovi miti e fantasie. Il tema
letterario antico del rapporto tra la nazione e la città assume
nuove forme ed il labirinto sociale diventa luogo di mistero,
crimine, miseria e disperazione e, allo stesso tempo, di una nuova
ricchezza e consapevolezza politica e sociologica.
Tra i personaggi del
XVIII
secolo, vi è una grande
biografia di Samuel
Johnson,
scritta dal suo amico
James Boswell,
pubblicata la prima volta nel 1791.
Una città complessa come Londra si
dice inviti alla coltivazione deliberata di nuove modalità di
apprezzamento estetico, nuovi modi di vivere le vestigia del
passato, nel confronto tra passato e presente. William
Blake nel suo lavoro del 1794 'London' (dal Songs of
Experience) raccontava di una città debole, triste: "I wander
thro' each charter'd street, near where the charter'd Thames does
flow and mark in every face I meet marks of weakness, marks of woe"
(...in ogni viso incontrato, i segni della debolezza, del dolore).
William Grace, nel 1813 offre una descrizione non tanto
diversa, forse un po' più alienante. Nel suo 'The Picture of
London, for 1813', ai piedi della St Paul, descrive la
città dove tutto assume la "appearance of fairy ground and fairy
objects", l'apparenza di un luna park. Ma cosa rendeva gli
scrittori ed i poeti inglesi così critici della propria città
Alcuni ritengono non si trattasse di criticismo, ma di una sorta di
cosciente melanconia, la stessa che ancora adesso s'incontra di
fronte ad ad una immensa città e Londra pur sempre regala momenti
di piacevole gioia. Certo, la vita nella Londra dei secoli passati
non era facile e la povertà rimaneva comunque tangibile nonostante
il nuovo ruolo di città imperiale che andava formandosi.
Il XIX secolo è stato il secolo
delle società letterarie e Londra in questo senso ha lasciato
più di un contributo. Il Rhymers' Club, per esempio,
era un gruppo di poeti fondato nel 1890 da WB
Yeats e Ernest Rhys. Originariamente poco più di un club
da pranzo, che amava riunirsi al piano superiore, del pub
Cheshire Cheese (nella Fleet Street), divenne un appassionato
produttore di antologie di poesia tra il 1892 e il 1894. Tra i
frequentatori si citano Ernest Dowson, Lionel Johnson,
Francis Thompson, Richard Le Gallienne, John Gray,
Edwin J. Ellis, Plarr Victor, Lord Alfred Douglas,
Hillier Arthur Cecil, Radford Ernest e William
Thomas Rolleston, Oscar Wilde. Il gruppo nel suo insieme
è legato alle idee di Yeats, che oscillano tra una Londra decadente
dell'Ottocento e i nuovi entusiasmi indipendentisti della sua
Irlanda. La Londra del XIX secolo era in pieno Decadentismo,
come dimostrano anche i movimenti artistici, per esempio, della
Confraternita dei Preraffaelliti, una corrente pittorica del
1848 che vide tra i suoi esponenti principali Dante Gabriel
Rosseti e John William Waterhouse.
Ancor prima,
Charles Dickens (1812-1870), uno dei
maggiori scrittori britannici, offre uno spaccato di Londra
incredibilmentee reale. Lo scrittore applica un singolare modo di
osservazione della città in cui trascorse la maggior parte della
sua vita. La routine quotidiana lo portava abitualmente a camminare
per le strade più popolate e le sue descrizioni della Londra del XIX
secolo sembrano portare il lettore alla scoperta di luoghi, suoni ed
odori della città del passato. La Londra vittoriana era una
delle città più spettacolari al mondo: mentre la Gran Bretagna
sperimentava la Rivoluzione Industriale, la sua capitale ne
raccoglieva i frutti e, allo stesso tempo, ne subiva le conseguenze.
Nel 1800 la popolazione londinese si aggirava a circa un milione di
anime, ottant'anni più tardi il numero cresceva a 4,5 milioni.
Mentre zone come Regent Street e Oxford Street
diventavano sempre più alla moda, una nuova zona mercantile a
sostegno dell'economia dell'impero erano in costruzione nella parte
orientale (le odierne Docklands). Forse il più grande impatto
sulla crescita economica di Londra arrivò con la ferrovia nel
1830, d'altra parte provocy
lo sfollamento di migliaia di persone,
accelerando l'espansione della città Il prezzo di questa crescita
esplosiva dominata dal commercio fu un indicibile squallore e
sporcizia. Alla crescita economica non vi fu una controllata ed
adeguata crescita sociale. L'occhio attento dello scrittore
vittoriano dell'epoca non potè
non cogliere il senso di tutti questi
cambiamenti e, come un giornalista odierno, raccontarne con denuncia
il misfatto.
Dickens
ricrea la Londra vittoriana in libri come
Oliver Twist
e
David Copperfield,
mentre mezzo secolo dopo i momenti della
Londra Eduardiana
degli anni '20 e '30 vengono catturati nelle satire sociali e nelle
commedie di Evelyn Waugh.
Tra gli scrittori londinesi si trovano anche alcuni degli esponenti
maggiori del mistero, con essi il lettore può ottenere una buona
sensazione della vita della città in rapporto anche al resto
dell'Inghilterra. Agatha
Cristie,
P.D. James,
Dorothy Sayers sono
alcuni dei nomi più familiari. Il carattere di Londra è in
particolare da riconoscersi con
Sherlock Holmes
di Arthur Conan Doyle.
Come era la Baker Street
di un tempo in confronto a quella che oggi quasi tutti i turisti
conoscono?
I lavori
del gruppo di Bloomsbury
si rivelano illuminanti alla comprensione di un'epoca in bilico tra
passato potere imperiale e futuri destini, mentre le opere di
Thomas Hardy
(1840-1928) sviluppavano i precedenti elementi stilistici romantici
in un più maturo movimento naturalista.
Virginia Woolf,
in particolare con il suo
La Signora Dalloway
(1925), offre un ritratto
veritiero della nuova borghesia londinese, che ancora una volta
sembra vivere alienata dalla effettiva realtà di una nazione in
guerra. Tematiche che troviamo anche con
Elisabeth Bowen,
appartenente anch'essa al Gruppo di Bloomsbury, in particolare con
il suo 'Nel cuore del
Giorno'.
George Orwell
offre il suo contributo letterario a Londra attraverso un periodo di
soggiorno in quel di Portobello Road,
durante il 1927. Seguendo il precedente esempio di Jack London,
che ammirava, iniziòle sue spedizioni esplorative nelle parti più
povere della città Trascorse la sua prima notte nella Limehouse
Causeway in una casa di comune alloggio. Divenne 'nativo' nel
suo paese (nacque e visse per diverso tempo nelle colonie inglesi
di India e Burma), si vest?come un barbone e non fece
concessioni alle usanze e alle aspettative della classe media
londinese. Registr?infine le sue esperienze di vita nel "The
Spike", il suo primo saggio pubblicato, e successivamente nel
suo Down and Out in Paris e London (1933). Una figura
letteraria particolarmente amata da Orwell merita almeno una breve
citazione, Somerset Maugham (1874-1965), scrittore e
commediografo inglese tra i più importanti. Tra le sue opere
iniziali ricordiamo la 'Liza di Lambeth',
che racconta della vita e dei problemi della classe operaia
londinese.
Oggi, la Londra letteraria
contemporanea, ancora una volta, racconta di se: attraverso la
vita quotidiana ci parla della sua realtà delle sue 72 maggiori
nazionalit? delle 300 lingue e soprattutto della sua fortissima
societàcivile, capace di camminare da sola, affiancata ma
indipendente dal suo governo e soprattutto dalla sua monarchia.
Parlare della Londra letteraria in
così poche pagine diventa quasi impossibile. Per ragioni di spazio
rimandiamo il lettore alla visita di quei luoghi di Londra che
narrano di una città nata e cresciuta per farsi raccontare. Uno tra
tutti, il Poets' Corner dell'Abbazia di Westminster
(l'angolo dei poeti). Prendete uno qualsiasi di questi scrittori e
avrete il piacere di comprendere al meglio la vostra esperienza
nella grande capitale britannica.
Vedere anche il
Gruppo di Bloomsbury
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