Parla Gianluca Salvatori, presidente degli "sherlockiani" italiani "Watson è uno di noi e grazie a lui riusciamo a conoscere il detective"
"Un genio dal volto umano ecco perché amiamo Holmes"
QUELLO di Sherlock Holmes è un successo che si muove al di fuori dei numeri, delle statistiche. Probabilmente la sua notoriet?- così come le lingue in cui le sue avventure sono tradotte - ?seconda solo alla Bibbia. Il linguaggio che usano gli sherlockiani di tutto il mondo ?ironicamente quello teologico. Parlano di canone, di apocrifi, di dogma centrale (Sherlock Holmes ?realmente esistito). Fu un religioso, monsignor Ronald Knox a inaugurare la tradizione del grande gioco sottoponendo le sue riflessioni critiche allo stesso Arthur Conan Doyle che gli rispose stupito: "Lei ne sa certamente più di me". Ma perché il detective di Baker Street ?così importante? Gianluca Salvatori, 30 anni,
albergatore di Forte dei Marmi, ?l'attuale presidente di "Uno studio in Holmes", la società?riconosciuta ufficialmente da una delle più celebri associazioni sherlockiane,
The Baker Street Irregulars, così chiamata in omaggio alla banda di ragazzini che spesso ha aiutato Holmes a risolvere alcuni casi importanti.
Salvatori, perché Sherlock Holmes ?così amato? "Per la sua morale cristallina, perché spesso ?disposto ad aggirare la legge degli uomini in nome di un ideale di giustizia più alto. perché ha piet?dei suoi avversari, li sconfigge ma non li umilia. perché talvolta sbaglia, ha delle debolezze, pensi alla sua dipendenza dalla cocaina".
perché sconfigge il male, perché risolve il mistero? "perché ha bisogno di un antagonista. Quando il suo grande nemico
Moriarty muore, Holmes stesso dice: il mondo non sar?i?lo stesso".
Di solito si pensa a Sherlock Holmes come a una grande macchina logica, razionale, precisa. Lei ne sta facendo un ritratto un po' diverso, più umano. E' così "Holmes è un misantropo, un misogino. Ha rapporti umani sinceri solo con il dottor Watson. Ma grazie a questo rapporto noi riusciamo a conoscere altri aspetti della sua personalit?quot;.
La spalla che fa grande il protagonista. Un artificio drammaturgico collaudato. "C'?di più Watson ?fondamentale nel successo di Sherlock Holmes. E' una persona normale, ?l'uomo dotato di un'intelligenza media che si confronta continuamente con il genio. Watson ?come noi, deve essere portato passo passo attraverso la soluzione. Se volessimo fare un parallelo religioso
?come se Watson fosse il sacerdote che media tra il fedele e la divinit?quot;.
Insomma, uno stratagemma per rendere Holmes più avvicinabile. "E' questa la grande intuizione. Pensi a quanto sono inavvicinabili e noiosi altri personaggi della letteratura poliziesca. Pensi ad Auguste Dupin di Edgar Allan Poe. così perfetto, così intelligente e proprio per questo così noioso, così lontano da noi esseri umani. Invece, grazie a Watson il lettore può pensare: se Holmes si tiene accanto lui che ?così normale, allora si terrebbe accanto anche me".
E a partire da questi elementi profondi che ?nato il fenomeno degli apocrifi? "Certo. Senza sottovalutare l'importanza letteraria, i personaggi collaudati, un'ambientazione convincente come l'epoca vittoriana, la nebbia inglese che
tutti noi abbiamo nella memoria e nel cuore".
Lei che cosa pensa degli apocrifi? "Io sono ortodosso, per me esiste solo il "canone" (i romanzi e racconti di Arthur Conan Doyle ndr)".
Per?ammetter?che il fenomeno si ?diffuso in modo sorprendente. "Certo. Escono almeno 15 titoli all'anno. E io mi tengo informato consultando una libreria specializzata di Cambridge. C'è un pubblico che chiede e qualcuno che risponde alla domanda. Chi li scrive rivive da adulto le passioni dei bambini. Si crea un mondo in cui le cose funzionano come dovrebbero".
perché a lei ?nata questa passione? "Ho sempre amato la letteratura inglese. Semplicemente a un certo punto sono passato da Dickens a Sherlock Holmes".
Gli sherlockiani non hanno mai avuto paura che questo
hobby diventi troppo invasivo? "Le mogli degli sherlockiani sono assolutamente convinte di questo. Pensi che in America hanno messo in piedi un'associazione contro i mariti che passavano troppo tempo in compagnia di Sherlock Holmes". (d. o.)
Tratto dal quotidiano La Repubblica
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