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Arthur Conan DoyleSherlock Holmes e il Dr. Watson sono personaggi inventati dalle penna di Arthur Conan Doyle (nella foto), vissero al n° 221b di Baker Street, non lontano da Regents Park, dal 1881 al 1904. Il loro appartamento si trovava al primo piano di una pensione privata gestita da una certa Signora Hudson. Dall'ingresso allo studio situato al primo piano si salivano 17 gradini. Holmes dormiva in una stanza adiacente, sul retro. Perchè abbiamo costituito questa sezione del sito? Perchè Holmes è un londinese doc, a volte è il simbolo stesso della città nell'immaginario di molti, così come il Big Ben, così come il Tamigi. Ci siamo resi conto che Holmes continua a rappresentare per un vastissimo pubblico un punto di riferimento fantastico e reale al tempo stesso.

Aggiorneremo questa sezione spessissimo quindi tornate a trovarci. Quello che tutti forse almeno una volta si sono chiesti è: Sherlock Holmes è vissuto veramente? O è solo un personaggio inventato da Conan Doyle. Prima di tutto occorre quindi discutere su una cosa: chi era Arthur Conan Doyle?

Conan Doyle nasce nel 1859 ad Edimburgo, in Scozia, da una famiglia irlandese cattolica di antica nobiltà, ma con scarsi mezzi economici. Compie i primi studi presso lo Stonyhurst Jesuit College, nel Lancashire, e nel 1876 entra all'Edinburgh Medical School, dove nel 1881 consegue il titolo di Bachelor of Arts in Medicina e nel 1885 il master in Chirurgia (questo ci dice anche come faceva Holmes ad essere così ferrato in anatomia e in medicina in genere). Dopo la Laurea inizia a lavorare presso l'ospedale di Edimburgo, per imbarcarsi, poco dopo, come medico di bordo, su una baleniera. Fatto ritorno in Inghilterra apre uno studio medico a Southsea, senza però riscuotere molto successo.

Inizia a scrivere racconti fantastici già ai tempi dell'Università - nel 1879 aveva venduto The Mistery of Sasassa Valley al Chamber's Journal, e l'anno successivo The American's Tale alla rivista The London Society - tuttavia è solo durante i frequenti periodi di inattività che seguono il ritorno in patria, che comincia a scrivere i racconti polizieschi per cui è divenuto maggiormente famoso.
Nel 1887 pubblica infatti il primo libro della serie dedicata all'investigatore privato Sherlock Holmes, A Study in Scarlet. Sembra che per la creazione di tale personaggio Doyle si sia ispirato al chirurgo Joseph Bell - da lui conosciuto all'ospedale di Edimburgo - famoso per la sua abilità di dedurre, da minimi dettagli, le caratteristiche psico-fisiologiche dei propri pazienti, ma il suo ascendente letterario è certamente il Monsiuer Dupin di Edgar Allan Poe,  inventore del moderno racconto poliziesco e del metodo induttivo.

In verità il personaggio di Sherlock Holmes non desta subito particolare interesse: prima di essere pubblicato sul Beeton's Christmas Annual, A Study in Scarlet era stato rifiutato da tre editori, e per esso l'autore riceverà un compenso globale di appena 25 sterline! E' solo con la seconda avventura, The Sign of the Four (1890), che Sherlock Holmes inizia ad attirare l'attenzione del pubblico. E i numerosi romanzi e racconti che ad esso seguiranno nell'arco dei quarant'anni successivi (62 avventure in tutto), renderanno Sherlock Holmes un vero e proprio culto, creeranno un modello destinato ad esercitare un'influenza decisiva su tutta la futura letteratura poliziesca, e daranno al suo creatore gloria imperitura e ricchezza facendolo diventare anche baronetto del regno (gli editori arriveranno a pagare Doyle 10 scellini a parola!)... ma anche insoddisfazione: Doyle non sopportava infatti l'idea che la sua fama fosse legata ad una letteratura "bassa", e tentò più volte di "uccidere" il suo eroe, ma fu costretto a riportarlo in vita dalle pressioni dei lettori e degli editori entrambi disperati.

 

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